Interrogazione al ministro dell’Ambiente
Roma, 18 NOV. La capogruppo di AVS alla Camera Luana Zanella porta ancora una volta il caso Mose in parlamento con una interrogazione al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin nella quale chiede il rispetto delle misure di tutela e conservazione per gli habitat e le specie animali e vegetali presenti nella laguna di Venezia e per conseguire un nuovo modello capace di mettere in sicurezza la città di Venezia, salvaguardando al contempo l’ecosistema naturale della più grande laguna costiera del bacino del Mediterraneo.
Spiega Zanella: “Una recente pubblicazione curata dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) analizza l’aumento del livello del mare nel Mediterraneo legato al cambiamento climatico con particolare riguardo anche alla laguna di Venezia: il 2024 sarà ricordato come un anno da record di acqua alta con 79 casi di marea superiore agli 80 cm registrati solo nei primi quattro mesi dell’anno, record assoluto dal 1872, anno in cui si è iniziato a registrare i dati dell’acqua alta in maniera scientifica e continuativa;
il comitato tecnico amministrativo che gestisce il MOSE di Venezia avrebbe recentemente stabilito che il sistema di dighe mobili tra la laguna veneta e il mare Adriatico si alzerà quando la marea supererà i 110 centimetri, e non più i 120, considerando l’aumentata frequenza delle alte maree. All’innalzamento del livello del mare va aggiunto il fenomeno della subsidenza, cioè lo sprofondamento del suolo che nel caso di Venezia è dovuto principalmente allo svuotamento della falda acquifera, che in passato è stato fatto in maniera molto intensiva nella zona industriale di Marghera, fenomeno che ha fatto sì che tra il 1950 e il 1970 il suolo di Venezia si abbassasse di 12 cm;
nonostante il MOSE allontani la percezione dell’innalzamento del livello del mare, in realtà questo continua ad avanzare e come previsto e già ampiamente annunciato dagli scienziati da anni, di questo passo il sollevamento delle paratoie arriverà a essere così frequente da compromettere inesorabilmente il fragile ecosistema lagunare, nel quale è presente una concentrazione unica di biodiversità; l’impatto principale riguarda la morfologia lagunare e più in particolare le “barene”, habitat protetti dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat” che rappresentano il paesaggio tradizionale naturale della laguna di Venezia, che ha a causa della ridotta sedimentazione dovuta alle sempre più ricorrenti chiusure della laguna durante le alte maree rischiano la progressiva erosione; l’attivazione del MOSE e la chiusura della laguna, inoltre, determina l’interruzione della continuità ecologica tra laguna e mare, determinando un grave pregiudizio per la biodiversità presente. Ricordo infine che proprio in relazione alla presenza e all’alto valore ambientale degli habitat e delle specie animali e vegetali, la Laguna di Venezia è individuata quasi interamente come Zona di Protezione Speciale (ZPS – IT3250046 | Laguna di Venezia) nell’ambito della Rete Natura 2000 dalla Commissione europea, istituita con la Direttiva 92/43/CEE “Habitat” con l’obiettivo di promuovere la tutela e la conservazione della diversità biologica presente nel territorio degli Stati membri”, conclude Zanella.