«Il report appena pubblicato- dichiara il Consigliere regionale Renzo Masolo (Europa Verde) – sui costi di gestione e manutenzione della pista da bob Eugenio Monti di Cortina non fa che confermare ciò che da anni denunciamo: siamo di fronte a uno spreco di denaro pubblico senza precedenti, giustificato solo da logiche propagandistiche e campanilistiche, non da una reale pianificazione sostenibile delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026».
Così Renzo Masolo, consigliere regionale del Veneto per Europa Verde, commenta le cifre emerse dal nuovo dossier – Analisi e verifica del Piano Economico Finanziario dello Sliding Centre “Eugenio Monti” di Cortina d’Ampezzo per la sua gestione post-olimpica, eseguita dalla società KPMG Advisory S.p.a. di Milano; che dettaglia i costi di gestione annui e le entrate nel periodo 2027-2032, a fronte di un investimento iniziale già salito a 120 milioni di euro.
«Questa pista è stata imposta nonostante la contrarietà di esperti, associazioni ambientaliste, e perfino del CIO, che fin dall’inizio proponeva l’utilizzo di impianti già esistenti e funzionanti all’estero, come quelli di Innsbruck. Oggi scopriamo che oltre al danno ambientale e paesaggistico già compiuto, ci porteremo sulle spalle una struttura iper-specialistica e sottoutilizzata, che graverà a lungo sulle casse pubbliche» – prosegue Masolo.
I dati parlano chiaro e non sono per nulla incoraggianti visto le incognite economiche, sociali ed ambientali che ci riserverà il futuro. La nostra contrarietà al progetto era data essenzialmente da 3 fattori: esistenza di impianti alternativi, dubbi sul progetto e insostenibilità ambientale ed economica dell’impianto. L’utilizzo di impianti esistenti e in funzione, come quello di Innsbruck, avrebbe evitato il consumo di suolo e l’utilizzo di ingenti risorse economiche della comunità.
Non irrilevante è l’esposizione della pista Eugenio Monti a sud, e non a nord come avviene di solito. Una follia progettuale, che comporterà il ricorso a una percentuale di risorse molto più elevata rispetto ad impianti realizzati in passato. Un grave errore in epoca di cambiamenti climatici. Mantenere questo impianto sarà complicatissimo, soprattutto a Olimpiadi concluse, considerata la sua natura energivora e il fatto che riguarda una disciplina sportiva assai di nicchia. Le amministrazioni dovranno sudare 7 camicie per mantenere questa pista ghiacciata, ricorrendo a fondi pubblici. Fin dall’inizio la gestione di questa Giochi olimpici non ha incontrato i criteri di partecipazione richiesti da cittadini e associazioni, nonostante il fatto che senza fondi pubblici questa pista non sarebbe stata costruita.”
Commenta così il Consigliere regionale Andrea Zanoni (Europa Verde): “Mentre in chi amministra il Veneto continua a ignorare i bisogni reali dei veneti in sanità e trasporto pubblico, i contribuenti dovranno pagare uno sperpero di 1.100.000 all’anno per mantenere in vita un’opera faraonica come la pista da bob di Cortina, un monumento allo spreco che servirà a pochi atleti per poche settimane all’anno, ma il cui costo ricadrà su tutti i cittadini per decenni.”
Conclude Masolo (EV): “Le Olimpiadi dovevano essere l’occasione per investire in mobilità sostenibile, messa in sicurezza del territorio, e infrastrutture utili alla popolazione nel lungo periodo; invece, preso atto che molte opere non verranno concluse in tempo, il timore che sia stia procedendo a una nuova edizione di Italia 90. La pista da bob sarà il Monumento Nazionale al Negazionismo Climatico altro che un nuovo Guggenheim come sostiene Zaia o alla cupola del Brunelleschi come ha avuto il coraggio di affermare il ministro Salvini. Noi ve lo avevamo detto chiaramente, ma non avete voluto ascoltarci. E ora chi pagherà? Pagherà Pantalone come al solito!”