Renzo Masolo (AVS). Sicurezza stradale: servono un cambio culturale e politiche di mobilità sostenibile

Il continuo aumento degli incidenti sulle nostre strade è un fatto gravissimo e rappresenta la prova inconfutabile del fallimento delle politiche provinciali e regionali sulla sicurezza stradale.

Nonostante gli ingenti investimenti pubblici in nuove strade e infrastrutture, la realtà dimostra che fluidificare il traffico non riduce il numero di vittime. Al contrario, per salvare vite umane occorre imboccare con decisione due linee prioritarie e urgenti:

Un cambio culturale: è indispensabile promuovere il rispetto dei limiti di velocità, creare zone a traffico moderato e città a 30 km/h, riducendo la velocità delle auto a favore di pedoni e ciclisti. Solo così si può garantire una mobilità realmente sicura e inclusiva.

Un cambio politico negli investimenti: è necessario spostare risorse dalle grandi opere stradali verso un vero potenziamento della mobilità alternativa — mezzi pubblici su rotaia e su gomma, mobilità condivisa e soprattutto infrastrutture ciclabili sicure e diffuse in ambito urbano.

Non possiamo più tollerare tragedie come quella della ragazza di 20 anni, investita sulle strisce pedonali mentre attraversava con il suo cane sulla Marosticana, o quella del ragazzo di 15 anni travolto con la sua bicicletta sulle strisce di una ciclopista. A queste si aggiunge l’ennesimo dramma di ieri: un bambino di 6 anni investito sulle strisce pedonali a Santa Maria di Sala, lungo la Noalese, ora in gravissime condizioni.

La sicurezza stradale non può essere sacrificata sull’altare delle inaugurazioni e delle opere faraoniche. Ogni investimento in nuove arterie viarie è un allontanamento dall’obiettivo europeo Vision Zero, che prevede di ridurre del 50% morti e feriti gravi entro il 2030 e di arrivare a zero vittime sulle strade entro il 2050. Ogni taglio di nastro per nuovo asfalto è una rinuncia a un modello di mobilità urgente e prioritario: più trasporto pubblico, più ferrovia, più mobilità condivisa, più ciclabilità, più intermodalità.

Il risultato delle scelte sbagliate è sotto gli occhi di tutti: morti e feriti sulle strade che aumentano. Non è più tollerabile. Continuare a investire in nuove infrastrutture stradali significa sottrarre risorse a una mobilità alternativa, più democratica, più sicura, meno inquinante e davvero sostenibile.

Su questo la Regione ha fallito. Serve un cambio di passo immediato, culturale e politico, che metta al centro la vita delle persone e non le inaugurazioni. Non dimentichiamo che più strade costruiamo più i costi della manutenzione crescono.

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