Masolo (AVS): Piena solidarietà a Bramezza. Servono più prevenzione e una rete territoriale per i soggetti fragili“Meno taser e più salute mentale. La sicurezza si costruisce anche con una sanità pubblica che cura e previene”

Treviso, 23 agosto 2025 –
«Apprendo con sgomento e profonda tristezza dell’aggressione subita nei giorni scorsi dal direttore generale dell’ULSS 7 Pedemontana, Carlo Bramezza, nel centro di Treviso. Un gesto imperdonabile, compiuto da un individuo con gravi precedenti comportamentali e giudiziari, che ha colpito con violenza una figura pubblica nel cuore della città. Esprimo al direttore Bramezza la mia massima solidarietà e gli auguro una pronta e completa guarigione, affinché possa tornare al più presto al suo importante lavoro» – dichiara Renzo Masolo, consigliere regionale AVS – Alleanza Verdi e Sinistra.

L’episodio, che poteva avere conseguenze drammatiche, pone interrogativi profondi sul funzionamento degli strumenti di sicurezza attualmente in uso e sulla prevenzione delle condotte violente.
«Come può un soggetto con atti documentati di stalking, aggressioni e danneggiamenti circolare liberamente con un braccialetto elettronico che non sembra funzionare come dovrebbe? – si chiede Masolo –. Sono molti gli operatori delle forze dell’ordine che denunciano l’inefficacia di questi strumenti nei casi di maggiore pericolosità sociale, come la violenza sulle donne o la reiterazione di reati a sfondo psichiatrico o comportamentale».

Accanto alla necessaria riflessione sulla sicurezza e sulla tutela degli operatori, Masolo sottolinea la responsabilità politica di chi negli anni ha tagliato fondi alla salute mentale e ai servizi di prossimità.
«Non possiamo affidarci solo al carcere o ai dispositivi elettronici – afferma –. La mancanza di una rete territoriale che prenda in carico le persone più fragili, spesso già note ai servizi sociali e sanitari, genera situazioni ingestibili e pericolose, come dimostra questa vicenda. Servono investimenti nei Centri di Salute Mentale, nei percorsi di riabilitazione psicosociale e nel lavoro delle cooperative sociali, che possono monitorare, accompagnare e creare attività protette per chi ha perso il controllo delle proprie azioni».

In conclusione, Masolo lancia un appello alla politica regionale e nazionale:
«Basta slogan sulla sicurezza. Servono meno taser e più prevenzione. La vera sicurezza si costruisce con la cura, con il lavoro sociale quotidiano, con il potenziamento della sanità pubblica e della giustizia di comunità. Anche per proteggere le forze dell’ordine, che altrimenti rischiano di trovarsi sole di fronte a situazioni ingestibili, con strumenti inadeguati e responsabilità sproporzionate».

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