9 OTTOBRE 2025 – “Per dodici anni i cittadini hanno chiesto trasparenza, informazioni, prevenzione. Per dodici anni la Regione Veneto ha risposto con silenzi, analisi del sangue parziali e senza mai prendersi davvero carico della popolazione esposta ai PFAS. Oggi, a un mese dalle elezioni, la Giunta Zaia annuncia finalmente lo studio epidemiologico che avrebbe potuto e dovuto essere avviato subito. È una vergogna allo stato puro.” Così Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi-Avs, e Renzo Masolo, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in consiglio regionale. “Le Mamme No Pfas sono dovute addirittura passare attraverso il Tar per avere informazioni sull’avvelenamento del cibo,” aggiungono.
“Nel 2023, grazie a una mia interrogazione, è emerso che la Regione aveva bloccato lo studio previsto nel 2016 con la scusa della mancanza di fondi,” ricorda Guarda. “Dodici anni dopo la scoperta dell’avvelenamento e dopo anni di malattie e silenzi, a un mese dal voto, improvvisamente si trovano i soldi! Ma che razza di rispetto è questo per la salute dei cittadini? I fondi per le iniziative a scelta e discrezione del presidente Zaia, tra sagre e grandi eventi, li hanno sempre trovati,” aggiunge.
“Nonostante l’assenza di questi studi, che sarebbero stati fondamentali per definire l’impatto sanitario del disastro, il Tribunale di Vicenza nel processo Miteni ha riconosciuto le ragioni di quegli stessi cittadini che per anni hanno incalzato la Regione. Se ora lo studio confermerà ciò che la comunità scientifica internazionale e i medici dell’ISDE denunciano da tempo, sarà la prova definitiva di una colpevole inazione politica. Da anni, e ancora adesso, si lascia che una barriera idraulica inefficace permetta la fuoriuscita di PFAS, continuando ad avvelenare la falda e compromettendo anche le produzioni agricole,” proseguono i due Verdi.
“Parliamo della vita e della sofferenza di tanti cittadini veneti: persone con tumori riconducibili all’esposizione ai PFAS, coppie che hanno lottato per avere figli, donne e uomini con patologie tiroidee scoperte troppo tardi, neonati con gravi malformazioni cardiache. Dodici anni di attesa per avere dati chiari su mortalità e morbidità sono un insulto a chi ha già pagato con la propria salute. La Regione non può giocare elettoralmente sulla pelle dei veneti. Servono verità, giustizia e prevenzione, non propaganda,” concludono.
