Roma, 18 OTT. “Per quali ragioni é stato impedito un immediato intervento della nostra Guardia costiera la scorsa domenica 12 ottobre quando una motovedetta libica in zona SAR di competenza maltese, a circa 110 miglia nautiche a sud est della Sicilia, ha attaccato un peschereccio con 140 migranti a bordo, poi sbarcati lunedì 13 a Pozzallo con tre feriti gravi da colpi d’arma da fuoco sparati da miliziani libici, tutto documentato da un video. Vogliamo chiarimenti: come denuncia Beppe Caccia di Mediterranea Saving Humans, l’ong ha inviato diverse richieste di Alarm Phone ma solo dopo 24 ore sono partiti i soccorsi: un ragazzo egiziano, con una pallottola nel cranio, è in coma e sta lottando tra la vita e la morte e altre due risultano gravemente ferite, al volto e a una mano, vittime dei colpi sparati dalla motovedetta libica.”. Così in una interrogazione ai ministri dell’Interno, degli Esteri e delle Infrastrutture la presidente e il vicepresidente di AVS alla Camera Luana Zanella e Marco Grimaldi, i quali aggiungono: “Il tentato abbordaggio del peschereccio potrebbe essere opera della famigerata brigata ‘Tarek Ben Zayed’ che opera nel mar Mediterraneo per catturare profughi in mare e poi deportarli nei lager della Cirenaica, sotto il comando di Saddam Haftar, uno dei più grandi ‘trafficanti del globo terracqueo’ il quale, proprio come il criminale Almasri, gode di protezione in Italia: il 22 luglio del 2022 Haftar atterrò con un jet privato a Genova con documenti falsi e, nonostante fosse inseguito da un mandato di cattura Interpol emesso dell’autorità giudiziaria spagnola, i nostri servizi segreti organizzarono la sua esfiltrazione da Capodichino il successivo 2 agosto. Non è un caso che Genova sia stata una tappa di Haftar come lo fu per Almasri: i contatti tra i capi della mafia libica e la criminalità organizzata nostrana avverrebbero spesso proprio nella città ligure, sotto la copertura delle partiti di calcio. A fronte di questi ripetuti casi di grave criminalità e violazioni dei diritti umani il governo italiano cambi rotta, dando priorità ai diritti umani piuttosto che dialogare amichevolmente con le mafie libiche”, concludono Zanella e Grimaldi.
