18 ottobre 2025 – “La notizia dei dodici indagati per inquinamento nei cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta conferma ciò che avevamo denunciato per primi già nel 2021. Allora, sulla base di un monitoraggio dell’ARPAV che rilevava la presenza di PFBA glinegli scarichi dei cantieri della galleria di Malo-Castelgomberto, presentai un’interrogazione alla Giunta Zaia. Sis negava che la presenza degli inquinati fosse riconducibile alle attività di cantiere e la Regione, dopo aver disposto ulteriori analisi, concluse che ‘le norme vigenti e la concessione in atto’ non prevedessero ‘azioni conseguenti di natura contrattuale, anche cautelari’. Oggi la magistratura inquirente accerta la gravità dei fatti, aprendo un indagine e iscrivendo dodici persone nel registro degli indagati.” Così Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi eletta nelle liste di Avs, commenta l’inchiesta aperta dalla Procura di Vicenza.
“È inaccettabile che un’opera pubblica diventi veicolo di nuove contaminazioni in un territorio già devastato dal disastro PFAS. Chi inquina deve pagare e la Regione a questo punto non avrà più alibi,” aggiunge. “Questa vicenda dimostra che le nostre denunce non erano gli allarmismi dei ‘soliti ambientalisti’. E forse qualcuno capirà che non siamo il ‘partito del no’ alle grandi opere, ma che abbiamo semplicemente a cuore la salute dei cittadini e la cura dell’ambiente in cui viviamo. Ora auspichiamo che la magistratura possa finalmente fare luce su questo nuovo capitolo della dolorosa vicenda della contaminazione da Pfas nel nostro territorio,” conclude Guarda.
18 ottobre 2025 – “La notizia dei dodici indagati per inquinamento nei cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta conferma ciò che avevamo denunciato per primi già nel 2021. Allora, sulla base di un monitoraggio dell’ARPAV che rilevava la presenza di PFBA glinegli scarichi dei cantieri della galleria di Malo-Castelgomberto, presentai un’interrogazione alla Giunta Zaia. Sis negava che la presenza degli inquinati fosse riconducibile alle attività di cantiere e la Regione, dopo aver disposto ulteriori analisi, concluse che ‘le norme vigenti e la concessione in atto’ non prevedessero ‘azioni conseguenti di natura contrattuale, anche cautelari’. Oggi la magistratura inquirente accerta la gravità dei fatti, aprendo un indagine e iscrivendo dodici persone nel registro degli indagati.” Così Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi eletta nelle liste di Avs, commenta l’inchiesta aperta dalla Procura di Vicenza.
“È inaccettabile che un’opera pubblica diventi veicolo di nuove contaminazioni in un territorio già devastato dal disastro PFAS. Chi inquina deve pagare e la Regione a questo punto non avrà più alibi,” aggiunge. “Questa vicenda dimostra che le nostre denunce non erano gli allarmismi dei ‘soliti ambientalisti’. E forse qualcuno capirà che non siamo il ‘partito del no’ alle grandi opere, ma che abbiamo semplicemente a cuore la salute dei cittadini e la cura dell’ambiente in cui viviamo. Ora auspichiamo che la magistratura possa finalmente fare luce su questo nuovo capitolo della dolorosa vicenda della contaminazione da Pfas nel nostro territorio,” conclude Guarda.
