“Si scrive zona rossa, si legge fumo negli occhi a fini elettorali. Il tema della sicurezza è una questione seria, e come tale andrebbe trattata. Le zone rosse, in particolar modo in una città dove le forze dell’ordine sono carenti e vengono impiegate contemporaneamente su più fronti, servono a riempire le pagine di uno sceriffismo da propaganda. Vale la pena ricordare che, nel corso della sua prima sperimentazione a Firenze e Bologna complessivamente, in 3 mesi, dati del Ministero dell’Interno, sono stati allontanati 105 soggetti su 14mila persone controllate. Per effettuare un numero così elevato di controlli servono agenti delle forze dell’ordine, i quali dovranno, per forza di cose, concentrare la loro azione su un’unica zona rinunciando ad altro. Che a Vicenza vi sia una carenza di organico nelle forze dell’ordine lo sanno anche i sassi, ma gli esponenti dei partiti al Governo fingono di non saperlo e, con l’arrivo della campagna elettorale, sentono il bisogno di giocare sulla pelle dei cittadini. L’istituzione delle zone pone una serie di questioni che non possiamo ignorare. In primis, il rischio è che la percezione di insicurezza in quella zona aumenti, andando così a punire le attività commerciali situate al suo interno, creando un effetto boomerang. Molto più onesto sarebbe richiamare il Governo alle sue responsabilità, tra queste quella di mettere gli amministratori, anche quelli di un altro colore politico, nelle condizioni di poter governare e garantire ai cittadini la possibilità di vivere in sicurezza. Il ricorso a continui provvedimenti emergenziali ha un effetto cerotto, ma non è una cura, perché molto spesso si tratta di disposizioni che spostano altrove i problemi, perché vietano l’accesso agli spazi a soggetti ritenuti minacciosi, con l’esplicito obbligo di spostarsi altrove.” Lo dichiara il Consigliere regionale Renzo Masolo (Europa Verde).