22 LUGLIO 2025 – “La storica sentenza della Cassazione segna un prima e un dopo nella lotta per la giustizia climatica in Italia. Per la prima volta, anche nel nostro Paese chi contribuisce alla crisi climatica può essere chiamato a rispondere davanti alla legge. È la vittoria di Davide contro Golia: cittadini, associazioni e attivisti hanno sfidato un colosso come ENI e le istituzioni che lo sostengono. E hanno vinto, ottenendo dalla Cassazione l’ammissione del loro ricorso, riconoscendo la giurisdizione dell’autorità giudiziaria italiana che ora dovrà esprimersi nel merito, come già avviene in altri paesi europei.” Così Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi eletta nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra, commentando la sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, pubblicata ieri, che ha riconosciuto la giurisdizione dell’autorità giudiziaria italiana nel procedimento civile promosso da Greenpeace Italia, ReCommon e dodici cittadini contro ENI S.p.A., il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. per i danni patrimoniali e non patrimoniali derivanti dal cambiamento climatico e per l’inottemperanza agli obblighi inerenti al raggiungimento degli obiettivi climatici internazionalmente riconosciuti.
“Oggi dobbiamo ringraziare Greenpeace Italia, ReCommon e i dodici cittadini che hanno avuto il coraggio di portare avanti ‘La Giusta Causa’. È grazie a loro se la Corte ha riconosciuto che il cambiamento climatico è una minaccia concreta ai diritti umani e che la magistratura italiana ha il dovere di intervenire. Da oggi, anche in Italia, chi inquina e chi contribuisce ad aggravare la crisi climatica, compromettendo il nostro futuro, non potrà più nascondersi e potrà essere chiamato a risponderne in tribunale. Come Verdi, continueremo a batterci affinché questa sentenza non resti un fulmine a ciel sereno, ma ponga le basi per una nuova stagione di giustizia climatica,” conclude Guarda.
