Meet the green!

Il 28 giugno ci siamo incontrati con un gruppetto di giovani che volevano incontrare i Verdi di Venezia. Sono ragazzi e ragazze di poco più di vent’anni, giovani normali e speciali allo stesso tempo, che hanno voglia di esserci.
All’incontro di Meet the Green hanno portato un vissuto di disagio e di paura rispetto a un clima di odio e di propaganda da cui la maggior parte delle persone sembra essere presa. Questi giovani vedono troppo conformismo e grande disinformazione e, secondo me, ci vedono bene. È presente nelle loro menti che chi è al potere cerca di punire la libertà di opinione come nel caso degli striscioni appesi fuori da tante finestre, su cui si è mosso Salvini al fine di farli rimuovere: non è possibile esprimere il proprio dissenso e questo aumenta il conformismo.
Si dicono spaventati da un martellante proliferare di messaggi che creano una disumanizzazione dell’obiettivo da attaccare: per esempio rispetto ai migranti che non vengono presentati dai media, e dalla politica dominante, come persone ma come appunti “migranti” o “stranieri”. Questo meccanismo ricorda a questi ragazzi quello delle dittature nazifasciste, dove gli ebrei non erano persone ma “merci” nel migliore dei casi. Nel momento in cui il mio obiettivo/nemico non è più umano, cade il senso di colpa e il pudore nell’attaccarlo, distruggerlo, rimuoverlo. Ed ecco che ingenti masse di persone per bene, di persone normali, divento complici di crimini contro l’umanità. Ecco che restiamo impassibili di fronte alle tante morti in mare di chi cerca una possibilità in questo fazzoletto di terra che è l’Europa.
E per marcare di più questa tendenza, ricordano, atterriti, la volontà del leader della Lega Salvini di punire l’umanità delle persone come si vuol fare con nuovi provvedimenti di legge: chi salva vite umane in mare verrebbe multato.

Ma questi ragazzi si accolgono anche che c’è bisogno di costruire una maggiore qualità di vita che corrisponda ad una stabilità economica per tutti, e non vedono che ci sia un vero interesse della politica nel favorire una prosperità economica del paese. Al contrario si continua a vedere forti sbilanciamenti di potere e una mancanza di redistribuzione della ricchezza e di giustizia sociale.

Infine i giovani ci chiedono spazi autogestiti, fatti dei giovani per i giovani. Parlano di cose che gli adulti fanno anche fatica a capire, per esempio uno skate park e che però, fa parte di una cultura di strada, una Street Culture, che questi ragazzi vivono e incontrano quando escono dalle famiglie: la strada è quello che gli accoglie proprio perché non ci sono spazi dedicati a loro!

La preoccupazione per l’emergenza climatica è viva e i ragazzi chiedono misure concrete e immediate per la protezione ambientale.

Per me è stato senz’altro un privilegio stare in ascolto di queste ragazze e ragazzi. Ho il desiderio di costruire con loro un documento per chiedere alla città risposte sui temi che loro sollevano.

Ci incontreremo ancora a fine agosto, vieni anche tu! Prendi contatto con segreteria@veneziaverde.it

Eugenia Fortuni

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