Sui quotidiani locali del 16 aprile ci sono affermazioni entusiaste circa l’apertura del futuro casello di Santa Lucia di Piave sulla A27 e sulla necessità della Tangenziale sud di Conegliano.
Purtroppo non vien fornito nessun dato verificabile a supporto dei presunti benefici di queste opere.
Il casello è stato già bocciato dalla soprintendenza nel 2011 per il forte impatto sul paesaggio: secondo il sindaco di Santa Lucia di Piave dovrebbe servire “i poli industriali di Santa Lucia e Susegana e quello di Pieve di Soligo” ma non cita nessun numero riguardo al volume di traffico che verrebbe deviato o alle nuove imprese che arriverebbero. Nonostante il progetto abbia ricevuto numerose prescrizioni nella Valutazione di Impatto ambientale del 2009 non ci risultano pubblicati né sul sito della provincia né su quello del comune gli elaborati di progetto, ma quel che è più grave nessuno menziona il costo dell’opera o i tempi di realizzazione, né le fonti di finanziamento.
Anche per la tangenziale sud di Conegliano, della quale si discute da più di 20 anni, nessun numero ma solo convinte dichiarazioni del coordinatore provinciale di un partito che la definisce “un opera strategica e fondamentale per sgravare dal traffico di attraversamento est-ovest in particolare Campolongo e per raggiungere l’autostrada”. Non si cita nessuna simulazione in proposito, nessun progetto è pubblicato, nessuna stima dei costi: c’è solo un tracciato di massima approvato dalla Provincia nel 2008 e inserito nel Piano degli Interventi: anche il Gazzettino pubblica un tracciato differente disegnato a mano
Nonostante ci siano più di una legge regionale che dovrebbe impedire il consumo di suolo, non ci si preoccupa di quello mangiato da queste opere, oggi agricolo: un ex sindaco arriva a dire che la previsione di vincolo (non conformativo) della tangenziale “salvaguardia le zone a verde” il che testimonierebbe il fallimento della pianificazione regionale sul consumo di suolo.
Mettendo insieme le affermazioni sulle due opere la logica si arrende al nonsenso: non si capisce dove andrebbe a finire il traffico del distretto industriale di Pieve di Soligo, già in parte servito dai futuri caselli della Pedemontana (Montebelluna e Spresiano): dovrebbe imboccare il nuovo casello o raggiungere l’autostrada con la tangenziale Sud? Il traffico da ovest diretto a Sacile e dintorni dovrebbe forse prendere l’autostrada A28 a San Vendemiano per pochi chilometri a peso d’oro?
Noi di Europa Verde -Verdi della marca trevigiana crediamo che il tema della mobilità vada affrontato in maniera organica a livello di ambito, distinguendo la domanda di mobilità per le merci, per le persone, i percorsi urbani e locali e quelli più ampi. Ai problemi di mobilità vanno date risposte intelligenti, basate su dati certi e criteri scientifici, che tutelino la qualità dell’aria, il consumo di suolo e il paesaggio. Serve una visione di lungo periodo che porti ad un modo di muoversi più sostenibile.
Il trasporto ferroviario, la mobilità elettrica, le piste ciclabili, il trasporto pubblico sono tutti tasselli di una soluzione integrata che comprende anche nuove modalità di logistica leggera per l’ultimo miglio. Per il traffico pesante forse si possono ottenere migliori risultati liberalizzando alcuni tratti della A27 o aggiungendo corsie complanari per servire anche altre aree (come la zona industriale di Vittorio Veneto o l’area di Carbonera), con impatto minimo su suolo e ambiente.
Chiediamo fortemente che i progetti vengano pubblicati e discussi con la partecipazione di cittadini e associazioni: l’Italia si è dotata da poco di una legge che prevede il dibattito pubblico sulle grandi opere: non è obbligatoria per opere di questa dimensione ma nemmeno proibita e con una durata di pochi mesi non porterebbe rallentamenti ma velocizzerebbe la chiusura di questi processi, anche con la rinuncia ad quelle opere che hanno un rapporto costi/benefici sfavorevole.
Se la Regione, la Provincia, Comuni e ASPI volessero aprire i cassetti di questi progetti fermi da anni e avviare una vera partecipazione probabilmente arriveremmo a soluzioni di migliore qualità progettuale e minore impatto evitando conflitti inutili. Questi sono infatti gli scopi del diabttito pubblico, ma la partecipazione è una componente essenziale (obbiettivo 16.7) degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU per il 2030, che molti citano senza conoscere.
Adelino Andreuzza
Referente viabilità infrastrutture Europa Verde Verdi della Marca Trevigiana
Amedeo Fadini
Europa Verde Verdi Conegliano
Daniele Tiozzi, Elisa Casonato
Co-portaveoce Europa Verde Verdi della Marca Trevigiana
Riferimenti dibattito pubblico:
https://www.mit.gov.it/documentazione/cndp-commissione-nazionale-dibattito-pubblico
Assoggettabilità VIA casello Santa Lucia
https://va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/547/645
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