Croce a Monte Baldo: se uniti, i cittadini possono fare la differenza

“In Veneto si parla spesso di sostenibilità e di turismo che valorizzi il territorio, ma il progetto della croce astile è la conferma di come gli interessi siano in realtà altri”.

La Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) ha aderito domenica scorsa all’iniziativa promossa dal Comitato “Amiche e amici del Baldo”, per dire NO al posizionamento di una imponente croce astile sul monte: “E’ bello vedere come così tante persone abbiano preso a cuore la tutela di questo gioiello unico, minacciato dalla volontà di posizionare un opera dal forte impatto e che sembra non trovare alcuna concreta utilità: non valorizza il territorio ma lo occupa con opere e asfalto, in una delle aree naturali più preziose e fragili del Nordest. Sono inoltre migliaia i cittadini che, assieme ai Comuni, stanno percorrendo la strada del Baldo Patrimonio Unesco; perché minare questo percorso con un’opera come questa? La richiesta di maggiore rispetto per l’ambiente non può essere esclusivamente frutto dell’iniziativa dei cittadini minacciati da azioni dannose e impattanti: la maggioranza che governa la regione e le istituzioni locali, dovrebbero considerarla una priorità. Europa Verde ha portato, unica forza politica a farlo, la questione Monte Baldo in Consiglio regionale, dove alla mia interrogazione è conseguita una semplice presa d’atto da parte della Giunta. Peccato che i cittadini esigano risposte concrete alle loro denunce e non spallucce.”

Conclude Guarda: “Il Monte Baldo è candidato a diventare patrimonio dell’Unesco, non possiamo nel frattempo consentire altro cemento per una operazione contestata dai cittadini e da alcuni amministratori della zona. Anche la Sovrintendenza è intervenuta, mentre il silenzio di chi governa la regione echeggia tra i monti.”

“Che numeri sono quelli delle terapie intensive riferiti a ISS e Ministero, se alla Regione Veneto servono più di 80 giorni per rispondere alla richiesta che feci il 5 dicembre scorso? Ho chiesto di conoscere il numero di posti letto occupati in terapia intensiva, il numero di quelli convertibili e la loro distribuzione negli ospedali della nostra regione.”
La Consigliera regionale Cristina Guarda, Europa Verde, interviene sulla questione delle terapie intensive in Veneto: “Si tratta di dati il cui monitoraggio dovrebbe essere puntuale e giornaliero. E invece, dopo un mese dalla mia richiesta, la Giunta risponde che le è difficile raccogliere quei dati e rinvia la risposta a fine febbraio.
La cosa, oltre ad essere inaccettabile, è assolutamente preoccupante nel momento in cui da settimane sui media, locali e nazionali, si denunciano le difficoltà del sistema sanitario Veneto, temendo che i famosi mille posti letto a disposizione nella nostra regione non corrispondano alla verità dei fatti.
Il presidente Zaia e l’assessore Lanzarin continuano a dichiarare che i numeri forniti alla stampa sono reali, mentre stigmatizzano le critiche.
Ma in periodo di crisi sanitaria è preoccupante come ad una Consigliera regionale, che vuole avere accesso a numeri ufficiali, non venga garantito di conoscere, in tempi utili e non a emergenza rientrata, dati e informazioni che riguardano la salute dei cittadini.
E se ritengo gravissimo non li abbiano a disposizione, spero di cuore non si tratti di un modo per allontanare la ricerca di trasparenza e la verità sui numeri delle terapie intensive fino ad oggi dichiarati ufficialmente.
Per questi motivi ho fatto appello al regolamento del Consiglio regionale richiedendo alla Presidenza del Consiglio di intervenire per dare riscontro alla mia richiesta di chiarezza che vuole essere un sostegno anche alle prerogative di tutti i consiglieri, siano essi di maggioranza o di minoranza.”
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