Inquinamento acque distretto conciario: da anni denunciamo la situazione, chi se ne assume la responsabilità?

La puntata di PRESA DIRETTA, andata in onda lunedì 18 ottobre, ha confermato, mettendo sotto lente d’ingrandimento, l’impatto devastante dei distretti della pelle italiana e l’ambiente, con particolare riferimento alle concerie del distretto nell’Ovest Vicentino. Non pochi telespettatori sono balzati dalla sedia nell’apprendere l’impatto devastante, su salute e ambiente, causato dalla enorme quantità di prodotti chimici utilizzati durante la lavorazione delle pelli, la cui azione di depurazione non garantisce alcun impatto zero, nonostante la presenza di impianti dedicati. 

Sulla questione interviene la Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde): “Da anni denunciamo il livello di inquinamento che da ormai già dal dopoguerra subiscono gli abitanti del distretto della concia e dei comuni a valle. Inquinamento che impatta l’aria, ma anche i fiumi E la falda acquifera, con i terreni irrigati attraverso acque contaminate o concimati coi gessi risultanti da questo tipo di produzione. 

Ringrazio, quindi, chi continua a fare emergere la contraddizione di un Veneto che chiede al Governo di intervenire, ma che in realtà, per quanto di sua competenza, agisce timidamente nella riduzione dell’impatto a monte dell’inquinamento da Pfas, idrogeno solforato ed altri inquinanti emergenti e non.

Da anni proponiamo convintamente azioni concrete allo scopo di risolvere il problema a monte. Ciò significa non solo agire sui siti contaminati, ma anche fare in modo che gli impianti civili non scarichino acqua nei fiumi, perché è necessario depurarla in loco e provvedere al suo riutilizzo per garantire risparmio idrico e la tutela delle acque necessarie agli acquedotti e all’agricoltura. Proposte rimaste e inascoltate!

Mentre presso tribunale Vicenza si sta celebrando il processo per inquinamento più grande della storia del nostro Paese, in Veneto ancora oggi si continua ad avvelenare l’ambiente e quindi i suoi cittadini.

Possibile che si debba reagire politicamente e istituzionalmente solo dopo denunce di cittadini e inchieste giornalistiche?”

Conclude Guarda: “Chi si assumerà la responsabilità di tutto questo? Quante vittime dell’inquinamento dobbiamo attenderci prima che qualcuno prenda provvedimenti? Il caso Miteni non ci ha insegnato nulla? In attesa di provvedimenti concreti, io continuerò a portare in Consiglio regionale la questione Pfas, così come quella dei cattivi odori provenienti da certe aree produttive, che spesso portano con sé inquinanti anche dannosi per la salute, il tema della riduzione dei fanghi industriali e tutto ciò che minaccia la salute dei cittadini.”

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