“Si tratta di fatti da verificare nelle sedi competenti, che sono i Tribunali, ma va detto che l’arresto dei poliziotti per mano degli stessi agenti della Questura di Verona non può di certo trovare giustificazione nella solita retorica delle mele marce. Occorre innovare i modelli del fare polizia, garantendo maggiore trasparenza: per questo ho depositato una mozione per invitare il Consiglio regionale alla discussione sulla promozione dei codici identificativi sulle divise degli agenti. Infatti, nel 2012, il Parlamento Europeo esortava gli stati membri a garantire che il personale di polizia si dotasse di un numero identificativo. Da allora, diversi Paesi hanno dato seguito a questa richiesta, ma non l’Italia” lo afferma la Consigliera Guarda (Europa Verde), che così prosegue “In un ormai risalente manuale in uso alla Polizia di Stato “Il servizio di polizia per una società multicurale” si legge che: “La discriminazione da parte di operatori di polizia, così come la discriminazione nel più ampio contesto della società, è inaccettabile, oltre ad essere non professionale e incostituzionale, eppure gli operatori di polizia, così come gli operatori di altre istituzioni e organizzazioni, corrono il pericolo di discriminare, a meno di non mantenere il passo con i cambiamenti della società, assicurando che i valori in essa presenti siano coerenti con quelli del servizio di polizia e della società che servono”. Conclude la Consigliera “A fronte dei fatti contestati ai poliziotti tratti in arresto, la mia fiducia nei confronti delle forze di polizia tutte non muta di una virgola e rimane altissima, ma è necessario che le forze di polizia si aprano, come tutte le pubbliche amministrazioni, alla trasparenza organizzativa e alla promozione dell’etica professionale tra i propri ranghi e, per dirla col sociologo Maurizio Fiasco “[…] conviene risparmiare le repliche di stucchevoli espressioni. ‘Mele marce’, casi che non intaccano la solidità dell’edificio, immutata fiducia, onore integro. Parole e assieme retorico non sono una medicina, e nemmeno un placebo. L’unica terapia è l’analisi accurata, mescolata con la trasparenza e la verità in pubblico.”