UE, GUARDA (VERDI): OK DAZI SU FERTILIZZANTI RUSSI, MA SERVE STRATEGIA PER RIDURNE USO IN AGRICOLTURA

BRUXELLES, 5 MAG. 2025 – La commissione Agricoltura del Parlamento Europeo si è espressa a favore dell’aumento dei dazi sui fertilizzanti russi e bielorussi.

“L’Europa deve porre fine alla dipendenza da forniture geopoliticamente problematiche, come quelle da Russia e Bielorussia. Per questo, come Verdi accogliamo con soddisfazione i compromessi raggiunti in commissione agricoltura, sui quali abbiamo lavorato assieme a Popolari, Socialisti, Renew e perfino i Conservatori, per bloccare il tentativo dei gruppi politici filorussi di annacquare la proposta della Commissione Europea,” commenta Cristina Guarda, responsabile del dossier per il gruppo dei Verdi.

“Siamo assolutamente contrari alla dipendenza della UE dai fertilizzanti russi, dobbiamo bloccare i flussi finanziari destinati a sostenere le politiche inaccettabili del regime di Putin e l’industria bellica russa”, sottolinea Guarda. “Ritengo gravissimo che i Popolari abbiano affidato questo delicatissimo provvedimento ai patrioti, il gruppo più filorusso del Parlamento Europeo, dando loro un maggiore margine di manovra,” aggiunge l’eurodeputata.

“Ci siamo astenuti nel voto finale: condividiamo l’aumento dei dazi, ma non possiamo accettare che i Popolari usino questa proposta come pretesto per indebolire la direttiva nitrati e rilanciare la produzione europea di fertilizzanti come unica soluzione. Ridurre le importazioni dalla Russia è necessario, ma non basta sostituire una dipendenza con un’altra. Così restiamo legati a gas fossile e fornitori esterni. Dicono di voler aiutare gli agricoltori, ma a guadagnarci è soprattutto l’industria: non è la stessa cosa,” prosegue Guarda.

“È un’occasione mancata per chiedere una vera strategia europea che aiuti gli agricoltori a ridurre i fertilizzanti, abbattere i costi e rendere le aziende più autonome. Il modello attuale è inefficiente, costoso e inquinante: i fertilizzanti pesano sui bilanci delle aziende agricole e sull’ambiente. Servono pratiche più resilienti come il biologico e l’agroecologia, che mostrano ogni giorno che si può produrre cibo sicuro senza dipendere da un’industria ad altissimo impatto,” conclude l’eurodeputata.

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