“I valichi montani sono corridoi naturali cruciali per la migrazione dell’avifauna, punti di passaggio obbligati dove centinaia di migliaia di uccelli si concentrano durante i loro spostamenti stagionali. Questi luoghi, che dovrebbero essere santuari protetti, in Veneto continuano a trasformarsi in veri e propri teatri di massacro a causa dell’inerzia della Regione nel rispettare le normative di tutela.
La legge è chiara: la Direttiva Uccelli europea e la normativa nazionale sulla fauna e caccia impongono protezione per queste aree sensibili. Eppure, in modo vergognoso, durante l’approvazione dell’ultimo Piano Faunistico Venatorio, la maggioranza in Consiglio regionale ha deliberatamente ignorato le nostre proposte di individuazione dei valichi presenti nel territorio veneto.
Solo due valichi protetti su oltre trenta: una decisione che tradisce la scelta deliberata di aggirare la legge per favorire i cacciatori. La Regione ha riconosciuto unicamente Monte Pizzoc (TV) e Monte Croce (BL) come zone protette, quando il territorio veneto conta più di trenta valichi che richiederebbero tutela.
Il TAR Veneto aveva già censurato la Regione per questa grave mancanza, accogliendo il ricorso della LAC (Lega per l’Abolizione della caccia). Di fronte a questa inadempienza, oggi ho presentato un’interrogazione, sottoscritta anche dal collega Masolo, per chiedere se finalmente la Regione intenda estendere le tutele nel calendario venatorio 2025/2026.
Nel frattempo, il TAR Lombardia ha inflitto una pesante sconfitta alla regione confinante, che aveva tentato di ridurre drasticamente le aree protette. I giudici hanno invece ordinato il divieto immediato di caccia su ben 475 valichi montani interessati dalle rotte migratorie, stabilendo una zona di protezione di mille metri attorno a ciascuno come previsto dalla legge statale su fauna e caccia.
Ora la domanda è inevitabile: la Regione Veneto continuerà nell’illegittima protezione di soli due valichi, rischiando l’ennesima bocciatura giudiziaria, o finalmente si adeguerà alle normative? E’ inaccettabile che il Veneto abbia trascorso 33 anni privando gli uccelli migratori delle tutele previste dalla legge, per assecondare gli appetiti venatori di una minoranza. Chi risarcirà i danni irreparabili causati al patrimonio faunistico europeo? La responsabilità ricade sulla Regione e sulla lobby dei cacciatori, interessati unicamente all’abbattimento indiscriminato e non alla preservazione della biodiversità.
Ricordo inoltre che dal 2022 anche la Costituzione italiana, con la nuova formulazione dell’articolo 9, tutela esplicitamente la fauna selvatica. Prima o poi qualcuno dovrà rispondere di questo immane danno ambientale perpetrato per decenni contro il patrimonio naturale comune.” Lo dichiara il Consigliere regionale Andrea Zanoni (Europa Verde).