Venezia, 30 maggio 2025 – “Il numero di preadolescenti presi in carico dai servizi di neuropsichiatria infantile dell’ULSS 3 Serenissima-spiega il Consigliere regionale Renzo Masolo- è più che triplicato in soli cinque anni: dai 450 casi registrati nel 2020 si è passati ai 1.415 del 2024, con un trend ancora in crescita. L’allarme riguarda in particolare la fascia d’età 12-14 anni, dove i problemi psichici ed emotivi – legati ad ansia, isolamento, disturbi alimentari e dipendenze da smartphone – stanno esplodendo come una vera e propria emergenza sanitaria e sociale.
I dati, diffusi in occasione di un convegno a Noale promosso dal servizio “Infanzia, adolescenza e famiglia” dell’ULSS 3, indicano che nel solo 2023 sono stati ricoverati 109 minorenni presso il nuovo reparto di neuropsichiatria dell’ospedale di Dolo, con un’età media di 15 anni. Due terzi di questi pazienti sono ragazze.
Secondo i neuropsichiatri dell’Azienda Sanitaria, tra le problematiche più frequenti emergono:
ansia da esclusione sociale e separazione dallo smartphone; omofobia interiorizzata e isolamento;
ortoressia (ossessione per il cibo sano), vigoressia (ossessione per il corpo scolpito) e drunkorexia (sostituzione del cibo con alcol); ritiro sociale e disturbi dell’umore.
Il 40% dei casi riguarda disturbi del tono dell’umore, il 30% disturbi alimentari e il restante 30% disturbi del comportamento. In risposta a questo scenario, l’ULSS 3 ha attivato un’équipe multidisciplinare che coinvolge neuropsichiatri, psicologi, ginecologi, logopedisti e assistenti sociali per il sostegno precoce a bambini, adolescenti e famiglie.
Serve un intervento strutturale che coinvolga scuola, sanità e istituzioni in un patto educativo che metta al centro la salute mentale degli adolescenti, sempre più fragili di fronte alle pressioni sociali e digitali. Le famiglie seguite sono anch’esse in aumento costante: erano 672 nel 2022, salite a 819 nel 2023 e già oltre le 850 nei primi mesi del 2024. Di fronte a questi numeri, l’ULSS 3 rilancia la necessità di investire stabilmente nei servizi di prevenzione, ascolto e cura, per non lasciare soli i nostri ragazzi e le loro famiglie.”