“La corsa al riarmo è dettata esclusivamente da un vuoto politico nella UE, che non si vuole colmare. Piuttosto di creare una nuova Europa capace di affrontare le sfide future, si preferisce disseminare di carrarmati e missili i confini di una Istituzione che rimane fragile al suo interno. Pochi sono coloro che, al netto delle paure che si susseguono, ragionano sull’impatto reale di politiche economiche che andranno semplicemente a gonfiare le tasche di chi produce armi e delle lobby connesse. Dalla Seconda Guerra Mondiale non si erano mai visti tanti conflitti affliggere il nostro pianeta in contemporanea, l’esito di questi conflitti in termini di vite umane è abbastanza noto nella sua drammaticità. Dobbiamo però interrogarci anche sull’impatto di questi conflitti sul pianeta. Il fresco di pubblicazione studio “Conflict and Environment Observatory” spiega che l’attuale attività militare quotidiana è responsabile del 5.5% delle emissioni di gas serra attuali. Se le forze armate mondiali fossero uno Stato, sarebbero il quarto al mondo per quantità di emissioni. Questo dato è calcolato sui dati messi a disposizione dai Paesi stessi, per cui è già in difetto. Inoltre, va evidenziato come l’industria bellica si impegni costantemente nell’immettere nel mercato armi sempre più letali, ma dal punto di vista dell’impatto ambientale rimangono affezionate a tecnologie datate e che per funzionare impiegano quantità ingenti di combustibili fossili. Buona parte dei mezzi militari impiegati oggi funziona ancora a gasolio. Infine, una considerazione sul piano politico e sociale non può mancare: i conflitti creano nuova emigrazione. La fuga dalle guerre è tra le principali cause dello spostamento di milioni di persone verso l’Europa. Dal bisogno di sentirsi sicuri a casa propria alla caccia, fino al riarmo per gestire il vuoto delle istituzioni e della diplomazia, lunghissimo è il fil rouge di una narrazione che ci vuole obbligare a produrre sempre più armi. Ma questa narrazione è costruita in modo tale da non consentirci di riflettere sulle cause e sugli effetti. Anche in Veneto si discute sulla conversione di qualche azienda storica nella produzione di armi. Si costruiscono armi anche con la scusa di creare nuovi posti di lavoro, ma a quale costo?” Lo dichiara il consigliere regionale Renzo Masolo (Europa Verde).