Venezia, 24 luglio 2025 – Accolgo con favore l’apertura del nuovo CRAS (Centro di Recupero Animali Selvatici) a Belluno, ma non posso non sottolineare il gravissimo ritardo con cui si è arrivati a questo risultato: sono passati ben 32 anni dall’approvazione della Legge Regionale n. 50 del 1993, che già allora prevedeva l’istituzione di questi centri.
«In tutti questi anni – dichiara Andrea Zanoni, Consigliere Regionale AVS – in provincia di Belluno si sono verificati episodi raccapriccianti: cervi e caprioli investiti e lasciati agonizzare per ore lungo le strade, senza alcuna possibilità di soccorso. Una situazione indegna per una Regione che si definisce attenta alla biodiversità.»
«Oggi si inaugura finalmente il CRAS di Belluno, ma leggo con preoccupazione che sarebbe destinato solo alla fauna “non cacciabile”. Invito la collega Cestaro a rileggere l’articolo 5 della Legge Regionale 50/1993, che non fa alcuna distinzione tra specie cacciabili e non. I CRAS devono occuparsi del recupero di tutti gli animali selvatici in difficoltà, senza discriminazioni.
«Sarebbe gravissimo – prosegue Zanoni – se un centro pubblico, finanziato con soldi pubblici, si rifiutasse di intervenire su cervi, caprioli, lepri, volpi, o su cuccioli e pulli di fagiani, tordi, merli, solo perché rientrano tra le specie cacciabili. La legge è chiara: i CRAS devono garantire pronto soccorso, riabilitazione e liberazione per tutta la fauna selvatica, senza eccezioni.»
Zanoni conclude: «Dopo oltre tre decenni di attesa, è positivo che finalmente anche Belluno abbia un CRAS operativo. Ma non possiamo permettere che venga trasformato in un centro ‘a metà’, che ignora parte della fauna solo per motivi ideologici o politici. La tutela della biodiversità non si fa a compartimenti stagni: o si protegge tutta la fauna, o si tradiscono i principi stessi della legge e della nostra missione ambientale.»