Da pandemia a sindemia: bisogna potenziare i servizi psicoterapici nel territorio

La pandemia in corso ci deve far riflettere anche su un argomento delicato come i disagi psichici, tema noto già prima dell’attuale pandemia ma ora diventato molto più evidente.

Lo ha spiegato Claudio Mencacci, co-presidente della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia e direttore del Dip. Neuroscienze e Salute Mentale Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano: «Le condizioni sanitarie, economiche, sociali che si sono create a seguito della pandemia di Covid-19 hanno portato a una vera sindemia: alla malattia connessa all’infezione si è aggiunto un impatto enorme sul benessere psichico di tutta la popolazione.»

 

Dati preoccupanti arrivano proprio dall’ultimo congresso nazionale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia:

  • metà delle persone contagiate manifesta disturbi psichiatrici con un’incidenza del 42% di ansia o insonnia, del 28% di disturbo post-traumatico da stress e del 20% di disturbo ossessivo-compulsivo;
  • il 32% di chi è venuto in contatto col virus sviluppa sintomi depressivi, un’incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale;
  • tra i familiari dei circa 86.000 pazienti deceduti, almeno il 10% andrà incontro a depressione entro un anno;
  • la crisi economica provocata dalla pandemia incrementa a sua volta il disagio mentale in tutta la popolazione: il rischio di depressione raddoppia in chi ha un reddito inferiore ai 15.000 euro all’anno e triplica in chi è disoccupato.

Tutto questo si traduce in aumentati episodi di violenza domestica, di tentati suicidi e di ricorso all’uso di droghe, e ad esserne colpiti sono soprattutto i giovani.

 

Ogni cittadino deve avere una via di accesso facilitata alle psicoterapie: riconosciamo l’importanza di un psicoterapeuta che si affianchi al medico di famiglia.

Rilanciamo inoltre le proposte che arrivano dallo stesso Mencacci:

  1. aumentare i momenti di educazione emozionale, soprattutto nelle scuole;
  2. potenziare tutto ciò che è salute mentale nei servizi territoriali, creando reti di assistenza;
  3. rivedere il modello economico per consentire ai genitori di passare più tempo con i figli.

 

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