di Eugenia Fortuni – Incredibile! Quando non sanno più che pesci pigliare e se la prendono con i bambini. Certo è facile essere forti con i deboli, essere forti contro chi non ha il potere di far valere la propria opinione e i propri diritti. Invece di proteggere Venezia (e Mestre, e Marghera) dalle orde di turisti, da un commercio che umilia e banalizza tradizioni centenarie di artigianato di alta qualità, da investitori stranieri che trasformano opere d’arti in banconi per vendere il salame, la giunta di Brugnaro ha tempo ed energie per prendersela con i bambini e vietare il gioco in alcuni luoghi pubblici. Invece di progettare spazi pubblici a misura di bambino, magari spazi verdi, si dà spazio alla costruzione di mostruosità architettoniche quali quelle costruite a Mestre e che presto sviliranno anche Marghera, la città giardino, e si osa calpestare anche il diritto al gioco. Sì perché il gioco è un diritto riconosciuto dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.
Vogliamo ricordare anche che il primo provvedimento del sindaco Brugnaro è stato quello di andare in giro per asili, scuole e biblioteche a togliere libri, che a detta sua, avrebbero diffuso la “teoria del Gender”. Esercitando una censura insensata su albi illustrati quali “Piccolo blu e piccolo giallo” di Lionni, che insegnano la bellezza e la fatica dell’incontro con l’altro, dell’amicizia, dell’infanzia stessa, capolavori di educazione emotiva e relazionale.
Insomma fin dal principio i bambini sono stati un bersaglio.
Vale la pena ricordare anche il tentativo orami riuscito di demolire i servizi educativi: gli asili nidi sono nel caos organizzativo, gli spazi cuccioli, i pochi rimasti, affidati ogni anno ad una cooperativa diversa con l’impossibilità di costruire un serio progetto educativo.
È sotto attacco anche quel poco di verde che resta intorno alle nostre scuole, vedi la vicenda della scuola Querini e del nido Mille colori. E ora vogliono calpestare quel che resta dei diritti dei nostri bambini. Forse umiliare le nuove generazioni garantirà loro un potere più solido e duraturo?
Non finisce qui per noi Verdi di Venezia. Siamo sempre più persone a pensare che questa giunta ha passato il limite.
Siamo ridotti a scegliere tra uno scontro tra mostro marino, gigantesche navi da crociera, contro i monumenti veneziani e uno scontro contro impianti e depositi pericolosi, che farebbe saltare in aria mezzo Veneto.
Queste sono le opportunità che offre Brugnaro alla sua città?
Ci rendiamo conto che svuotare Venezia delle sue tipicità, permette che venga riempita di negozi omologanti e catene internazionali, bar che vendono surgelati, e che questo la renderà banale e uguale a tanti altri posti? E ci rendiamo conto che una volta persa la sua unicità, Venezia non sarà più così preziosa e si corre il rischio di una trasformazione irreparabile del centro storico? E quanto tempo passerà prima che sia possibile costruire in centro storico un bel albergo grigio e quadrato di otto piani, come quelli che sono costruiti a Mestre? Forse sarà un privilegio riservato a quei bambini che oggi non possono più giocare in campi e piazze.
Noi siamo pronti a dare battaglia, e a far risorgere una politica veneziana attenta al benessere dei cittadini e delle cittadine, delle categorie più fragili, anziani e bambini, ma anche dei gruppi di giovani che hanno bisogno dei loro spazi da autogestire. Una politica che progetti un turismo sostenibile, che porti un benessere autentico, che arricchisca la città e non investitori stranieri, che porti un lavoro sicuro e di qualità, al posto di un lavoro precario e sottopagato, come quello delle agenzie interinali che gestiscono l’occupazione data del turismo di massa.
I motivi per dire Basta! a Brugnaro e alla sua cultura mercificante e consumistica sono tanti e ne abbiamo ricordati solo alcuni.
Ora abbiamo bisogno di essere forti e uniti per far sentire di più la nostra voce.
Unisciti a noi!
Eugenia Fortuni
Coordinamento dei Verdi di Venezia