Ambientalisti e politici locali ritornano su un vecchio terreno di scontro: il tunnel del Monte Baldo. Qualche nome è cambiato ma le intenzioni dei politici sembrano le stesse: portare lavoro nelle valli. Legambiente: «Demenziale. Porterebbe solo traffico e turismo mordi-e-fuggi».
di Annalisa Mencini – Una galleria lunga tra i 6 e i 10 chilometri scavata nel Monte Baldo sotto l’altopiano di Brentonico, a collegamento della Val d’Adige con il lago di Garda: non è un progetto nuovo quello di cui si sta discutendo, così come non sono nuove le reazioni degli ambientalisti.
Eppure qualche nome è cambiato: uno dei sostenitori del progetto è l’attuale sindaco di Brentino Belluno Alberto Mazzurana, eletto per la prima volta nel 2014 con una lista civica proprio in contrapposizione con l’ex sindaco storico Virgilio Asileppi, che però nel 2010 appoggiò la proposta del tunnel.
«I nostri sono territori molto sfruttati da tante vie di comunicazione che però non lasciano nulla a chi ci abita – dichiara Mazzurana –. Il tunnel nasce innanzitutto per aiutare la nostra gente e dare una risposta concreta al problema della Gardesana, una strada ormai obsoleta che non può più sostenere certi flussi di traffico. Come sindaci siamo favorevoli ad un serio studio di fattibilità, con flussi di traffico e valutazioni di impatto ambientale, che dia a tutti le informazioni corrette per poter poi esprimere dei pareri».
A capo della cordata pro-tunnel di sindaci veronesi e trentini si riconferma il presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti. Nel frattempo hanno cambiato idea sia il consigliere regionale di Forza Italia Massimo Giorgetti (che dieci anni fa si era dimostrato contrario e ora invece lo considera fondamentale per il decongestionamento del traffico della Gardesana e stimolo per lo sviluppo turistico), sia l’Amministrazione comunale di Malcesineche a suo tempo aveva approvato una mozione anti-tunnel.
Insomma, le carte degli equilibri politici si sono rimescolate forse anche in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto ma il progetto della galleria è riapparso senza grosse variazioni, scatenando le reazioni di Raffaello Boni, presidente del circolo di Legambiente Il Tasso: «Ai sindaci non interessa la situazione della Gardesana, a loro interessa che arrivi turismo anche nei loro territori, è un discorso limitato, sono posizioni legate a un interesse localistico. Si dovrebbe invece considerare l’intero territorio Garda-Baldo nel suo complesso, introducendo il concetto di limite e ponendolo alla base di uno studio di fattibilità complessivo sulla mobilità nell’intera area».
Forti i dubbi sull’opportunità dal punto di vista idrogeologico, considerata la complessa orografia sotterranea del Monte Baldo, una montagna «carsica e ancora misteriosa», secondo Boni. Sarebbero “incoraggianti” invece i pareri informali di alcuni geologi consultati dai sindaci: «È chiaro che se gli studiosi dessero parere negativo si abbandonerebbe l’idea ma ad oggi non ci sono questi presupposti» conclude Mazzurana.
Un’opera inutile secondo gli ambientalisti, che «agevolando il turismo mordi-e-fuggi, aumenterebbe il traffico del fine settimana sulla Gardesana Orientale», prosegue Boni: «La priorità per il lago di Garda rimane il collettore fognario, con la contestuale separazione di acque bianche e nere e la rinaturalizzazione delle coste. Siamo disponibili al confronto ma solo a condizione che si parli di concetto di limite e di mobilità sostenibile in generale».
Premesse distanti che sembrano non escludere la possibilità di dialogo per il futuro di un territorio ricco quanto delicato.
Tratto da Verona In