Il coronavirus e le nuove frontiere del lavoro illegale

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INCHIESTA – Logistica, agricoltura, edilizia e turismo: l’instabilità causata all’emergenza Coronavirus ha come conseguenza lo sfruttamento della manodopera nei settori più fragili. Finti consorzi, cooperazione spuria, elusione dei controlli, dumpingcontrattuale, caporalato. Le dichiarazioni di Raffaello Fasoli (Filt Cgil Verona), Michael Del Pin (Osservatorio Permanente sulla Cooperazione Verona), Andrea Gentile (Assologistica), Fausto Bertaiola (Confcooperative Verona). 1. La logistica.

Lavoro magazzino

In tempi di Covid-19, durante la crisi economica che colpisce anche Verona e il Veneto, lo sguardo va indietro, al 2008. Dodici anni fa aziende grandi e piccole facevano i conti con le difficoltà di accedere al credito e di reperire manodopera a prezzi concorrenziali, mentre i lavoratori accettavano più facilmente condizioni d’irregolarità. In quel contesto di crisi le organizzazioni criminali si proponevano come le nuove banche, pronte a riciclare i proventi dei traffici illeciti, e come i nuovi centri per l’impiego di manodopera malpagata. A rimetterci furono alcune aziende strozzate dai crediti usurai, i lavoratori (molti stranieri) e tutta l’economia legale che subiva l’iniezione di una concorrenza sleale.

Oggi la pandemia impone a interi settori di fermarsi mentre l’orizzonte è tutt’altro che chiaro. I lavoratori stanno a guardare: gli stagionali di turismo, ristorazione e intrattenimento sono appesi a un filo e in agricoltura mancano le braccia che arrivavano normalmente dall’Est europeo attraverso le cooperative. I lavoratori “intermittenti” e “esternalizzati” sono così le vittime più esposte di un evento mondiale che li rende ancora più precari e potenziali irregolari.

Il settore della logistica è uno dei pochi che a Verona, come nel resto d’Italia, non si è fermato, anzi: il business degli acquisti online è aumentato, così come il lavoro dei corrieri, destando qualche preoccupazione nelle prime settimane quando mancavano protezioni e procedure per i lavoratori dei magazzini. Preoccupazioni ora rientrate, secondo Cgil, anche se rimane irrisolto il nodo degli straordinari non pagati perché forfettizzati. Ma trasporto e magazzinaggio, come rileva l’Ispettorato del Lavoro, sono anche i settori col più elevato indice di irregolarità: il 74,21% dei controlli di vigilanza effettuati nel 2019 in tutta Italia hanno dato esito in tal senso.

Raffaello Fasoli

La conferma che anche a Verona la logistica è un settore a rischio di illegalità arriva dal racconto dei sindacalisti: «Si tratta di un comparto in continua crescita, con tanti appalti e tariffe basse, teoricamente insostenibili. Ci chiediamo come fa l’appaltatore a rientrare nei costi, pagare i contributi previdenziali e l’IVA. Spesso si creano finti consorzi che si avvalgono di cooperative spurie, le quali non escludo si avvalgono di soldi provenienti dalla criminalità organizzata», ci racconta Raffaello Fasoli, Segretario Generale FILT CGILVerona.

Insieme all’agricoltura, la logistica è diventata sorvegliata speciale degli enti che denunciano un uso improprio di forme societarie come le cooperative. Anche Michael Del Pin, componente effettivo dell’Osservatorio Permanente sulla Cooperazione presso l’Ispettorato territoriale del Lavoro di Verona, costituito per monitorare fenomeni di sfruttamento e lavoro irregolare, denuncia situazioni critiche, soprattutto nelle aziende più piccole e non sindacalizzate: «A Verona ci sono molte aziende che appaltano a terzi la logistica, cioè carico, scarico e fine-linea. Vengono stipulati contratti di appalto con chi offre il servizio al costo minore ricorrendo a strumenti di dumping contrattuale: succede che società cooperative eludano norme sulla contrattazione nazionale applicando il contratto multiservizi, più conveniente ma a spese del lavoratore, anziché quello della logistica».

Poi ci sono i veri e propri caporali, che reclutano, sfruttano e minacciano i lavoratori, spesso immigrati. A Verona uno degli esempi più eclatanti è del maggio 2018 e ha coinvolto alcuni lavoratori dislocati presso la MaxiDì di Belfiore attraverso una cooperativa che ne curava la parte logistica: ADL Cobas ha raccolto la denuncia di alcuni dei soci-lavoratori, che hanno dichiarato di pagare 5.000 euro per avere un appartamento insieme ad altre 20 persone e un lavoro come facchino a tempo determinato.

La lunga casistica che coinvolge le cooperative va quindi dallo sfruttamento puro a forme di irregolarità nella legalità: «Ci sono cooperative che operano per due anni e poi magicamente scompaiono, cambiano nome, ragione sociale, riuscendo così ad eludere tasse e contributi. Nell’arco di quei due anni le cooperative hanno margine di manovra perché difficilmente subiscono controlli», continua Del Pin.

Andrea Gentile

Andrea Gentile

Assologistica, uno delle realtà associative più importanti nel settore logistica, dichiara di essere decisa a fare la sua parte per la legalità e attraverso le parole del suo presidente Andrea Gentile ricorda uno dei punti elencati dalla stessa associazione come pilastro fondante del nuovo protocollo d’intesa per la legalità dei contratti d’appalto nel settore: «Va estesa a tutta Italia la best practice implementata in Emilia Romagna del cruscotto di affidabilità delle cooperative con particolari indicatori – come il numero di anni di attività, la patrimonializzazione, il trend di fatturato e dipendenti, il DURC, eventuali protesti dei soci ecc. – da cui potrebbe derivare un rating». In questo modo è possibile stilare una classifica delle cooperative che si comportano meglio, a garanzia della loro affidabilità nei confronti dell’azienda committente.

Realtà controverse, soprattutto da quando sono finite tra i faldoni dell’inchiesta Aemilia, in cui anche Verona è coinvolta, le società cooperative giocano un ruolo fondamentale nel tessuto sociale e nell’economia legale veronese ma l’abuso della loro forma giuridica figura nelle cronache recenti anche per casi eclatanti di caporalato, tanto da essere sempre più spesso oggetto dell’attenzione della Prefettura scaligera.

Fausto Bertaiola

Fausto Bertaiola

Confcooperative Verona, riferimento di 318 cooperative sul territorio, dichiara a Verona In di essere in prima linea nella lotta contro la cosiddetta cooperazione spuria: «La maggior parte di queste cooperative nel territorio veronese fa parte del settore produzione lavoro e servizi e Confcooperative Verona ha un numero molto ristretto di associate appartenenti a quel settore. Se della nostra Associazione fa parte il 90% circa delle cooperative agricole e l’80% delle sociali, le cooperative del settore produzione lavoro e servizi aderenti non superano il 5%». In effetti, raramente le cooperative spurie aderiscono ad associazioni di categoria per poter così sfuggire più facilmente ai controlli, e «Le istituzioni pubbliche effettuano solo in casi sporadici le verifiche alle cooperative non associate ad enti di rappresentanza», dichiara il presidente Fausto Bertaiola.

L’Ispettorato del Lavoro ha dato particolare impulso alla vigilanza nel settore della logistica, proprio in relazione alla diffusione della esternalizzazione illecita, fenomeno che è aumentato quasi il doppio rispetto al 2018, con 20.793 posizioni irregolari in tutta Italia. Proprio il settore trasporti e magazzinaggio registra la maggiore concentrazione di illeciti, con 5.291 lavoratori interessati dalle violazioni.

Ispettore del lavoro

Ispettore del lavoro

Logistica e trasporti rimangono settori privilegiati per le verifiche nel mondo delle cooperative: su un totale di 2.733 cooperative ispezionate, ne sono risultate irregolari 1.792 (circa il 66%), con 13.960 lavoratori malpagati o privi di diritti previdenziali, 783 dei quali totalmente “in nero”.

«Lo schema si ripete – prosegue Del Pin (Osservatorio Permanente sulla Coooperazione) –. A Verona ci sono molte cooperative che hanno permesso di derogare a tutta una serie di norme all’interno di un’Assemblea dei soci fittizia: si arriva così alla dichiarazione dellostato di bisogno e di crisi e alla rinuncia da parte del socio della quattordicesima e del pagamento della festività o della malattia». Risparmio di costi che non sempre corrisponde a una diminuzione delle tariffe contrattuali e di cui spesso l’azienda appaltante potrebbe non essere a conoscenza. «Ora è diverso, perché da qualche tempo c’è responsabilità solidale, però abbiamo assistito ai classici casi di cooperative con sede legale fuori regione, spesso presso un commercialista: in mezzo tra committente e cooperativa spuria c’è sempre un professionista, che sa quello che fa», ci dice Del Pin.

C’è un’altra zona grigia dell’economia nazionale e locale, che sfugge alle statistiche ed emerge solo grazie all’attività di vigilanza di Ispettorato del Lavoro, Guardia di Finanza, sindacati e Carabinieri e alle denunce dirette dei lavoratori, rarissime laddove le dimensioni dell’azienda non prevedano una sindacalizzazione: «I lavoratori hanno paura di perdere il posto di lavoro – spiega Raffaello Fasoli (Filt Cgil) –, e ora che la logistica a Verona è in forte espansione, grazie all’e-commerce, dobbiamo puntare alle assunzioni dirette, che già sembrano in crescita».

A volte l’irregolarità si è consolidata nel tempo in una sorta di patto sociale: «È successo spesso che lavoratori che percepissero fino al 50% in nero si lamentassero ma che allo stesso tempo non fossero contenti all’idea di essere messi in regola: si sa, se paghi i contributi lo stipendio netto diminuisce», ci dice il sindacalista Del Pin.

E a soffocare una certa spinta verso il futuro contribuisce anche un altro elemento, tipico di settori come il turismo e l’agricoltura: la stagionalità. Il lavoratore percepisce come temporanea la sua condizione di lavoratore straniero a tempo determinato e ineluttabile lo sfruttamento che ne potrebbe derivare: la peggiore delle condizioni di partenza per chi quest’anno deve fare i conti con la possibile reintegrazione dell’uso dei voucher.

Annalisa Mancini 

Tratto da Verona-In 

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