Siete cacciatori? La passione della vostra vita è quella di girare per i boschi con uno schioppo in mano e divertirvi a tirare a tutto quello che si muove e che ha la sola colpa di essere vivo? Allora niente paura! Siete liberi di strafregarvene dei divieti anti Covid che valgono per i “normali” cittadini!
In Veneto infatti, chi possiede una doppietta può tranquillamente uscire di casa ed andarsene dove vuole ad accoppare quel che trova anche durante i periodi di zona Rossa. Alla faccia del Governo (e del buon senso) la Regione Veneto ha autorizzato i suoi amici cacciatori a fare quello che vogliono anche durate i giorni di lockdown, dal 28 al 30 dicembre e il 4 gennaio.
E chi se ne importa se 191 morti, praticamente il 30% dei morti per Covid in Italia ieri, sono in Veneto. E chi se ne frega se 2.655 positivi, praticamente il 23% dei positivi al Covid in Italia ieri, sono in Veneto. Le “ragioni” dei signori cacciatori sono più importanti!
“Le feste han fatto abbassare la guardia a molti. Anche alla Regione Veneto che, in un raptus filo caccia, si dedica a rispondere alle priorità dei suoi Veneti più importanti: i cacciatori – ha sottolineato la consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda – Non i medici, gli oss e gli infermieri che chiedono SOLO TAMPONI MOLECOLARI, ormai esasperati dal proliferare del virus negli ospedali. Non le case di riposo, le residenze per disabili che boccheggiano, per i numeri di casi, di deceduti, di personale malato, per i costi ormai al limite… I cacciatori sono priorità delle scelte politiche regionali, con il diritto, in pieno divieto, di uscire dal Comune, di andarsene dove vogliono”.
“Insomma – ha concluso l’ambientalista – la caccia vale come il lavoro, l’emergenza sanitaria o l’urgenza inderogabile di assistere un parente non autosufficiente. Sulla base di quale merito o considerazione giuridica? La valenza sociale di una pratica violenta che priva di vita un essere vivente, per caso? O forse il peso elettorale dei cacciatori ?”
Con il consigliere Andrea Zanoni, la Guarda ha scritto alla Giunta sottolineando come, di fronte ad un’emergenza sanitaria e alle condizioni dei nostri ospedali, una deroga di questo tipo rasenti la sfacciataggine nel suo essere insensata.