Pfas – GUARDA (EV): “Siamo con Greenpeace: la situazione è inaccettabile, ma questa maggioranza ha priorità diverse.”

“Non posso che essere d’accordo con Greenpeace quando giudica inaccettabile la situazione dei residenti nella zona rossa. Lo continuiamo a dire, quasi ad ogni consiglio, a tutti gli assessori coinvolti! Di fronte al dato incontestabile, fatto emergere proprio da Europa Verde, che vede circa 18.000 residenti nell’area rossa ancora privi dell’allacciamento sicuro alla rete acquedottistica, al cospetto dell’evidenza di una bonifica che tarda ad arrivare, le priorità della Giunta del Veneto e del Governo sono però decisamente altre. Devo ricordare che, con motivazioni del tutto formali, lo scorso dicembre, proprio la maggioranza leghista bocciò la mia proposta per inserire nella programmazione economico-finanziaria regionale l’impegno a sviluppare prioritariamente, nelle azioni che riguardano il servizio idrico integrato, l’allacciamento per consentire ai residenti nelle aree contaminate da PFAS e non ancora collegati alla rete acquedottistica di poter fruire di acqua filtrata, più sicura. La motivazione del mancato accoglimento? A parere della Giunta, l’emendamento sarebbe stato inserito in un programma errato del DEFR, nonostante fosse proprio quello riguardante la rete acquedottistica; e dire il relatore speciale dell’ONU ha stigmatizzato il Veneto proprio sulla vicenda PFAS per quanto non fatto in relazione alla protezione dei diritti umani dei veneti, ma anche qui, la maggioranza, qualche mese dopo, ha preferito bocciare la mia mozione che impegnava la Giunta regionale a intraprendere con urgenza, visti i rilievi del Relatore speciale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, ogni più utile azione necessaria per fronteggiare la contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, per riportare il diritto alla salute dei veneti alla sua fondamentale essenza di diritto umano.”

Lo dichiara la consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) a margine del recente intervento di Greenpeace sulla questione pfas”.

Prosegue la Consigliera: “A 10 anni dalla scoperta dell’inquinamento da PFAS, la falda continua ad essere contaminata e molti utilizzatori di pozzi privati non sono nemmeno coscienti dei rischi che corrono, dalla Valle dell’Agno al basso Veronese, da Vicenza e hinterland al basso Vicentino. I residenti coscienti del rischio, del resto, grazie al lavoro di associazioni e mamme No Pfas, – sottolinea Guarda – diluiscono l’acqua ad uso alimentare con quella di bottiglia o portano a casa taniche di acqua filtrata, usandola anche per cucina ed igiene personale, nella disperata ricerca di ridurre il rischio di patologie cardiovascolari, evolutive o tumorali”.

“Ad alcuni cittadini sono stati chiesti migliaia di euro per il collegamento acquedottistico: per questo, visto che l’allaccio per loro non è un vezzo ma una necessità a la tutela della propria salute, sto continuando a ribadire che la Giunta regionale deve attivare un piano straordinario. Fossi assessora – rimarca la Consigliera – sarebbe di certo una priorità della mia azione a tutela della salute dei veneti. Cittadini e gestori non possono essere lasciati soli, in balia di ritardi e sottovalutazioni del problema, se la regione ha certezze rispetto alle conseguenze sanitarie di questa esposizione: agricoltori e proprietari di pozzi sono in assoluto i più contaminati, secondo le analisi di monitoraggio, dopo gli ex dipendenti di Miteni”.

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