Auto elettriche, Guarda: Senza impianti e sostegno, Veneti condannati a guidare auto vecchie e inquinanti

“Non si tratta di poco amore per le auto elettriche da parte dei Veneti, ma delle difficoltà a riconoscere la compatibilità dell’elettrico con la propria vita, a causa delle carenze della rete e dei costi, riconducibili anche all’incapacità da parte del Governo di utilizzare i fondi del PNRR per le colonnine di ricarica nelle vie extraurbane e nella malcelata scelta di favorire le fonti fossili”, risponde così la Consigliera regionale Cristina Guarda (EV) a chi afferma che i Veneti non amino le auto elettriche. “Altro che lobby green e Cina! I Consiglieri di maggioranza, che promuovono ancora diesel e benzina, dovrebbero rileggersi i dati sui ricoveri negli ospedali della Pianura Padana a causa delle emissioni. Osservino l’impatto su ambiente e salute, invece di lasciarsi trascinare da una narrazione complottista che non regge all’urto dell’evidenza.”

Il nostro Paese rischia di perdere 150 milioni di euro dall’Unione europea da destinarsi all’installazione di colonnine di ricarica per le auto elettriche. Non per disaffezione verso l’elettrico, ma per la cattiva gestione dei bandi da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Inoltre, è opportuno ricordare che, contrariamente a quanto avvenuto in altre regioni, l’ecobonus veneto per le auto a basso impatto ambientale è stato destinato anche ad alcuni veicoli diesel e benzina. Senza una svolta effettiva da parte della politica, l’Italia continuerà a incidere poco in questo mercato.”

Conclude Guarda: “La realtà è che il mercato, sia europeo che globale, si sta vistosamente spostando verso l’elettrico perché più efficiente e meno impattante, anche considerata l’estrazione dei materiali, come dimostrano innumerevoli report scientifici. I grandi produttori hanno già annunciato autonomamente la fine dei motori a combustione. A mettere a rischio il settore dell’automotive è chi rifiuta di vedere le opportunità dietro a questo cambiamento necessario, condannandoci all’all’arretratezza.

Rischiamo di perdere la sfida della competitività e dell’innovazione, che porterebbe benefici anche a tutto l’indotto. Le auto dai motori a combustione continueranno a essere vendute solo fino a quando ci sarà qualcuno a favorirne la vendita. Il Veneto non sia tra questi.”

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