Quale futuro per le centraline idroelettriche sull’Agno?

Lunedì 31 luglio il consiglio comunale di Valdagno ha deliberato la fusione tra Impianti Agno (azienda partecipata che gestisce ed è proprietaria delle centraline idroelettriche situate nei comuni di Valdagno e Recoaro) e Impianti Astico. Quali conseguenze avrà questo per noi cittadini valdagnesi? Abbiamo approfondito la questione e la riportiamo in questo articolo, che speriamo vi sia utile.

Una veloce cronistoria

La legge finanziaria del 2002 impose ai comuni di trasformare le loro aziende in società per capitali, portando così alla nascita di Impianti Agno e Impianti Chiampo.

Ma nel 2015, con la legge Madia, lo Stato prese posizione sul tema dell’efficientamento e sulla riduzione degli sprechi causati dalle piccole società locali. Per renderle più efficienti e ridurre lo spreco, impose alle imprese che fatturano sotto il milione di euro lo scioglimento oppure la fusione con un’altra società.

Questo è il problema che si è riscontrato con Impianti Agno.

Dall’altra parte, in caso di scioglimento di Impianti Agno, Impianti Astico avrebbe dovuto sostenere costi pari a 698.094 € a causa dello scioglimento del contratto di rete stipulato in precedenza tra le due società. Ciò avrebbe potuto creare un effetto domino mettendo in crisi anche Impianti Astico.

Ammettiamo quindi che la fusione era necessaria per non perdere il potere di utilizzo delle centrali idroelettriche, di cui abbiamo estremo bisogno guardando al futuro.

Le quote della fusione

Sulla questione delle quote destinate ai comuni entranti in Impianti Astico, sono stati usati dei criteri matematico-economici. Ciò che ne risulta, come affermato dal sindaco Giancarlo Acerbi in sede di consiglio, sarà una perdita di governance, in quanto Valdagno passerà da essere socio di maggioranza a detenere il 13,40% delle quote (prima è Thiene con il 17,12%).

Questo impone al Comune di Valdagno di collaborare in maniera forte con il Comune di Recoaro (e viceversa) per fare in modo di imporre una linea politica che vada a favore dei cittadini dell’alta Valle e della sostenibilità ambientale. La somma infatti delle quote dei 2 comuni è 20%.

Le quote di Impianti Astico dopo la fusione con Impiantri Agno

Ma perché Impianti Agno è stata messa così in difficoltà da dover fondersi?

Leggendo i documenti ufficiali, ci sono sorti dei dubbi che ci hanno portato a contattare per chiarimenti Michele Cocco, assessore all’ambiente per il Comune di Valdagno.

Nel 2022 Impianti Agno ha realizzato un’operazione di scissione parziale per effetto della quale alcune infrastrutture idriche sono state acquisite dalla società Viacqua.

Per noi di Europa Verde Valle Agno è stata una scelta politica poco lungimirante che ha messo in difficoltà la società Impianti Agno, portandola alla situazione attuale. La vendita in questione non ha riguardato le centraline elettriche, ma le tubature. Inizialmente Viacqua (al tempo Avs) ne usufruiva attraverso il pagamento di un canone. Queste entrate permettevano a Impianti Agno di raggiungere il milione di euro richiesto dalla legge Madia.

La problematica di partenza era però di tipo strutturale: per legge le tariffe d’utilizzo devono ridursi di anno in anno per una questione di usura delle strutture. Ciò ha reso necessaria la vendita dell’impianto.

Non si poteva vendere l’energia prodotta direttamente ai cittadini?

No: la legge impone che venga ceduta alle compagnie del libero mercato. Ad oggi la vendita non può essere fatta al cittadino.

La possibilità di poter costituire delle comunità energetiche non è possibile attualmente in quanto gli impianti oggi a disposizione non producono energia a sufficienza. Bisognerà iniziare ad investire sulla costruzione di nuovi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Solo così si potrà pensare alle comunità energetiche, utili per l’abbattimento della CO₂ e dei costi che le famiglie devono sostenere.

Le nostre considerazioni finali.

  • Le istituzioni statali sul campo energetico stanno facendo passi troppo lenti, rallentando un processo che dovrebbe essere accelerato.
  • La fusione delle due società era necessaria per poter continuare a lavorare anche in un’ottica di costituzione di comunità energetiche rinnovabili (le CER).
  • La fusione è un’importante opportunità per rafforzare la rete e il dialogo con il Comune di Recoaro in ottica di sviluppo di Valle, senza campanilismi.
  • L’opportunità è stata persa da parte dei comuni della “bassa Valle Agno”, che si sono tirati indietro per scarsa visione di futuro.

Come Europa Verde continueremo ad interessarci ai processi dei nostri territori e a rappresentare i cittadini. Se nella lettura vi fossero sorti dubbi e volete chiarimenti potete scriverci alla mail europaverde.valleagno@gmail.com

Europa Verde Valle Agno

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