Guarda (EV): “Veneto e siccità: boschi di ricarica e risorgive ottima risposta alla crisi climatica. Abbiamo impegnato la Giunta a finanziarli!”.

“Grazie al mio ordine del giorno la Giunta regionale si è impegnata a finanziare con il prossimo bilancio i progetti di ricarica della falda AFI, che sono un’ottima alternativa alle dighe”. Lo afferma la Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde).

“I cambiamenti climatici ci impongono la combinazione di due fattori opposti: periodi di prolungata siccità che si alternano a fenomeni meteorologici estremi con elevata piovosità localizzata. In questo contesto, la sfida di fronte a noi risiede nel 

trattenere l’acqua quando piove per affrontare i periodi siccitosi, oltre a garantire la costante ricarica delle nostre falde. Durante l’approvazione dell’assestamento di bilancio in Consiglio regionale, ho presentato un ordine del giorno, approvato 

trasversalmente, che impegna la Giunta a destinare risorse a favore Aree Forestali di Infiltrazione (AFI), anche dette boschi di ricarica, utili a garantire la disponibilità di risorse idriche a fini irrigui, potabili e produttivi. In linea con quanto suggerito da 

Veneto Agricoltura e ANBI. 15 anni di sperimentazione di Aree Forestali d’Infiltrazione in Veneto hanno condotto a risultati eccezionali: in un ettaro di AFI si possono infiltrare oltre un milione di metri cubi di acqua nei mesi più piovosi, tutto questo con 

un investimento base di soli 20 mila euro e con costi di esercizio ridottissimi. Di conseguenza, investendo a livello regionale 1.5 milioni di euro, avremmo un potenziale di acqua trattenuta di ben 100 mln m3 d’acqua piovana e una riduzione del rischio 

idrogeologico nelle epoche più piovose.

Balza all’occhio l’enorme differenza in termini di costi e vantaggi tra il ricorso alle AFI e la progettazione di nuove dighe, come quella che si sta pensando di costruire sul Vanoi a un costo stimato di 135 milioni di euro, capace di trattenere ‘appena’ 35 milioni

di metri cubi d’acqua. Inoltre, è evidente che i vantaggi che si trarrebbero da queste infrastrutture sarebbero a favore di chi le costruisce, non tanto della comunità. Per questo è importante che la Regione Veneto investa in opere più sostenibili (ambientalmente

e in termini di costi), sfruttando le opportunità che la natura ci offre. In questo modo potremo garantire una maggiore circolarità dell’acqua, conservando quella piovana per poi riutilizzarla a fini civili, agricoli e produttivi nel rispetto degli habitat che costellano 

la nostra regione. Solo attraverso la conservazione di risorsa idrica e ambiente potremo affrontare più positivamente la crisi climatica che sempre più affligge anche il Veneto.”

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