Trivelle, Zanella: stop a Eni nell’Alto Adriatico, anche esperti della Regione Veneto dicono no. Grazie a Zaia per essersi attivato

Roma, 10 nov. – “Il Governo fermi la ripresa delle attività estrattive di Eni e Energean Italy nell’Alto Adriatico per la violazione della legge europea di salvaguardia della biodiversità e di conservazione degli habitat naturali. Ringraziamo il presidente Zaia per le attività di documentazione in corso”. Lo chiede, con una interrogazione ai ministri Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso, la presidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella la quale rende noto che anche “esperti dell’Università di Padova e delle Università Iuav e Ca’ Foscari di Venezia, riuniti dalla Regione Veneto in un gruppo di lavoro per la valutazione preliminare degli aspetti ambientali legati all’estrazione di gas naturale, sostengono in un documento che le opere estrattive avranno effetti significativi sull’ambiente marino e costiero del Polesine e del Delta del Po, in riferimento alla subsidenza e ai danni all’ecosistema marino. Risulterebbe inoltre tutt’ora attivo un “Tavolo Tecnico Idrocarburi” composto da funzionari del ministero dell’Ambiente, di Ispra e delle Regioni Veneto ed Emilia Romagna per approfondire soprattutto il rischio subsidenza in merito alla ripresa delle attività estrattive nell’Alto Adriatico”. Zanella ricorda inoltre che “le concessioni furono autorizzate dal Decreto “Aiuti quater” convertito in legge lo scorso 13 gennaio 2023 e riguardano la coltivazione di idrocarburi nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po, a una distanza dalle linee di costa superiore a 9 miglia e aventi un potenziale minerario di gas per un quantitativo di riserva certa superiore a una soglia di 500 milioni di metri cubi. La posa delle condotte sottomarine e l’utilizzo delle piattaforme per estrarre il gas avrebbe effetti sia sull’attività di pesca che sui siti di importanza Comunitaria della Rete europea Natura 2000 ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, a tutela del Tursiops trucantus e della tartaruga marina;

le mappe di subsidenza porrebbero in evidenza una situazione di fragile equilibrio che induce a porre attenzione anche a minimi incrementi di abbassamento del terreno che possono generare significativi effetti in termini di incremento del rischio idraulico, dell’erosione costiera e delle morfologie lagunari, oltre che del processo di intrusione salina nei fiumi. Infine, le due concessioni interessate dalla possibile ripresa delle attività estrattive sono rispettivamente A.C14.AS, con i giacimenti Gaia e Rosanna, e A.C15.AX, con i giacimenti Valentina, Raffaela, Emanuela e Melania, facenti capo a Eni ed a Energean Italy, entrambe ancora attive anche se prive di infrastrutture estrattive”.

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