Alluvione, Forlì. Zanella: beni bibliotecari ancora nei sotterranei? Inaccettabile, intervenga il ministro Sangiuliano

Roma, 25 nov. – “Il ministro Sangiuliano deve adottare al più presto precise direttive per impedire l’uso improprio di locali interrati o seminterrati per collocare archivi, biblioteche o musei, anche annullando in autotutela eventuali autorizzazioni già rilasciate. È una misura indispensabile a tutela del patrimonio storico e culturale del Paese”.
Lo chiede in una interrogazione al ministro della Cultura la presidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella, la quale spiega: “i gravi eventi alluvionali di maggio 2023, in particolare quello del 16 maggio, oltre a provocare vittime, distruggere abitazioni e infrastrutture, hanno causato l’allagamento di ben 32 archivi e biblioteche: è rimasto sommerso da acqua e fango un ingente patrimonio bibliotecario e archivistico, in particolare quello posto nei piani interrati degli edifici. Nella città di Forlì l’alluvione ha investito l’archivio storico della città e l’antica Biblioteca del Seminario vescovile, dove erano collocati centocinquantamila volumi, un terzo dei quali antichi e di grande valore storico. Una straordinaria mobilitazione di volontari specializzati nel recupero di beni culturali, insieme al nucleo speciale dei carabinieri e ai vigli del fuoco, ha permesso di raccogliere e recuperare dal fango in due mesi e mezzo di estenuante lavoro, oltre cinquantamila volumi, tra i più antichi e di maggior valore. Tuttavia, dopo questi eventi disastrosi abbiamo appreso da organi di stampa che proprio a Forlì, dopo lo smaltimento nell’inceneritore di oltre trecento tonnellate di scarti di documenti e libri non recuperabili, sarebbero stati approvati dalla soprintendenza due progetti per collocare centoventicinquemila libri nei sotterranei di due palazzi, l’ex Santarelli e Palazzo Romagnoli. La Soprintendenza ABAP di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, solo poche settimane fa avrebbe addirittura autorizzato la realizzazione dell’edificio di chiusura del secondo chiostro dell’Ex Chiesa e Convento di San Domenico, costituenti il Complesso museale della città, prevedendo la collocazione di un intero museo archeologico in locali che possono essere sommersi dalle acque, non considerando i rischi cui potrebbero essere esposti preziosi beni archeologici. L’Associazione Italia Nostra ha invitato la Soprintendenza speciale al PNRR, la Soprintendenza ABAP di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e la Soprintendenza archivistica dell’Emilia-Romagna ad annullare in autotutela le proprie autorizzazioni per l’uso dei locali interrati di palazzo Romagnoli e dell’ex Santarelli, cioè edifici che durante l’alluvione sono stati lambiti dalle acque, mentre nel caso del Complesso museale della città è stato allagato il parcheggio seminterrato, nonostante la sua pavimentazione sia posta ad una quota più alta di 1 metro rispetto quella del futuro museo archeologico. Insomma, il quadro è preoccupante. Capiamo le difficoltà di riorganizzare i beni culturali dopo il disastro alluvionale ma non si può accettare che vengano intraprese strade dannose”, ha concluso Zanella.

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