La caccia 7 giorni su 7? Una minaccia alla fauna selvatica e uno sfregio alle normative europee

In Italia, la fauna selvatica è sotto minaccia crescente. Per ultimo, è arrivata una scandalosa proposta di legge che sfida le direttive europee sulla protezione degli animali per consentiore ai cacciatori di sparare sette giorni alla settimana. La proposta, identificata con il numero 1548, è stata presentata alla Camera dei deputati da Francesco Bruzzone, Lega, suscitando l’indignazione delle associazioni animaliste.

Questo progetto di legge presenta concessioni inaccettabili fatte al mondo venatorio. La proposta, attualmente in discussione presso la Commissione Agricoltura, mira a una liberalizzazione dell’attività venatoria, ignorando la Direttiva Uccelli dell’Unione Europea.

Uno dei punti salienti della proposta è la regionalizzazione della gestione e della tutela delle specie cacciabili, eliminando ogni ostacolo normativo e protezione per gli esemplari selvatici. Questo avvicinamento all’autonomia differenziata minaccia di sminuire l’efficacia delle leggi esistenti, mettendo a rischio la biodiversità e la salute degli ecosistemi.

Inoltre, la proposta prevede la concessione di licenze ai cacciatori imputati di bracconaggio a stagione ferma, un fatto che solleva gravi preoccupazioni riguardo alla gestione etica e responsabile della fauna selvatica.

Tutte le associazioni ambientaliste vedono nella proposta un tentativo chiaro di bypassare le normative europee a vantaggio del mondo venatorio. In un momento in cui l’Italia è già sotto inchiesta per la caccia in periodi vietati dalla Direttiva Uccelli, questa proposta rappresenta un ulteriore attacco sconsiderato alle norme di tutela europee.

Le associazioni, tra cui Enpa, Lac, Lav, Leidaa, Lipu-BirdLife Italia, Oipa, Federazione nazionale Pro Natura, e WWF Italia, hanno condannato con forza questa proposta, definendola una provocazione irresponsabile, come se non bastasse quella di dare il fucile in mano ai minorenni per avvicinarli a questo sanguinoso “sport”!

L’Italia, già oggetto di richiami da parte della Commissione europea per i passi falsi nella gestione della caccia, rischia ulteriori sanzioni se non si interviene prontamente. Le associazioni chiedono un tempestivo intervento da parte della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, affinché venga respinto questo piano pericoloso prima che l’Unione Europea debba intervenire.

La tutela della natura e delle sue creature dovrebbe essere un impegno prioritario di ogni Stato; tuttavia, proposte di legge come questa mettono in luce obiettivi contrastanti e richiedono una riflessione seria sulla conservazione dell’ambiente e della fauna selvatica.
E soprattutto, su chi abbiamo eletto al Governo del Paese! 

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