Il Trentino si prepara a compiere un atto di violenza senza precedenti nei confronti degli orsi, con l’approvazione della legge che consente l’abbattimento di fino a otto esemplari all’anno, di cui almeno la metà giovani. Questa decisione, adottata con il disegno di legge nr. 11 proposto dall’assessore alle foreste Roberto Failoni, ha scatenato una forte reazione dalle associazioni animaliste italiane.
Denominato “ursicida” proprio per la sua natura di morte inflitta agli orsi, il disegno di legge ha ottenuto il via libera sia dalla Giunta che dal Consiglio provinciale di Trento. La valutazione della Commissione competente ha portato a un risultato di 19 voti favorevoli, 2 contrari e 11 astenuti, aprendo la strada all’eliminazione di questi animali.
Le restrizioni imposte dalla legge prevedono che non più di due femmine adulte e due maschi adulti possano essere abbattuti, mentre gli altri devono essere orsi subadulti, non ancora maturi. Questo scenario ha scatenato una protesta generalizzata tra le associazioni di tutela animale italiane, con l’Oipa e l’Enpa pronte a combattere su tutti i fronti nazionali ed europei per fermare questa carneficina.
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, difende questa decisione come l’unica soluzione possibile. Tuttavia, gli animalisti ribattono che l’abbattimento non risolve i conflitti e non garantisce la sicurezza degli abitanti. Piuttosto, sostengono che sia necessario imparare a convivere con gli orsi, non sterminarli, soprattutto considerando che la reintroduzione di questi animali nell’arco alpino è stata inizialmente concepita come un progetto di conservazione.
Nonostante il dibattito sulla gestione della fauna selvatica regionale sia in corso da anni, sembra che l’approccio prevalente sia ancora quello dell’abbattimento. Questa legge rappresenta una minaccia reale alla conservazione degli orsi trentini, rischiando di compromettere gli sforzi fatti fino ad oggi per garantire la loro sopravvivenza.