A Maserà, ambientalisti in rivolta contro il progetto del polo logistico

Periferia padovana, a pochi chilometri dal Parco dei Colli Euganei. Siamo esattamente nel comune di Maserà di Padova. E’ qui che si sta consumando l’ennesimo scontro tra la politica locale e la cittadinanza, per la salvaguardia del proprio territorio; ovvero dell’ultimo lembo di campagna che non è stato ancora devastato e cementato. Albignasego, il comune confinante in direzione di Padova, è già record veneto per territorio occupato da cemento, condomini e lottizzazioni di ogni genere, ed ora purtroppo il problema della folle progettazione si sposta verso sud. Parliamo di 10 ettari di terreno che pur essendo a ridosso di aree artigianali, è comunque rimasto integro fino ad oggi. E qui ci vorrebbero ora calare un mega capannone di 42mila metri quadrati destinati alla logistica degli store commerciali, con annessi 100mila metri quadrati di asfaltature e strade. Eppure, come fa notare una residente locale “c’è qualcosa che non quadra: l’indifferenza degli addetti (amministrazioni), e la chiusura a tutte le richieste dei cittadini, che vogliono soltanto preservare i territori dalle speculazioni imprenditoriali di furbi ed estranei soggetti, fa pensare ad una sorta di “interesse diverso” da quello degli abitanti. Il territorio, anche se di proprietà, è di tutti, perché ciò che ci si costruisce può portare beneficio a pochi e dànno a molti”. E dunque, il limite dell’inquinamento, qui in Veneto, è stato raggiunto e oltrepassato, vogliamo perseverare in queste logiche distruttive? Vogliamo ricordare che le condizioni ambientali determinano anche il nostro benessere fisico e la nostra salute? Il 16 marzo, la cittadinanza si è quindi opposta, assieme alle forze politiche locali contrarie al progetto, e tante, tantissime associazioni e comitati ambientalisti, manifestando a piena voce, Eravamo presenti anche noi di Europa Verde, attraverso i nostri rappresentanti locali. Lorenzo Guaia, del Circolo Colli Euganei ha quindi letto la lettera/comunicazione inviata da Cristina Guarda: “Il consumo di suolo consentito in soli 2 anni dalla Regione del Veneto ci costa all’anno 137 milioni di euro di servizi ecosistemici non prodotti.  Perdita di terreno agricolo. Perdita di biodiversità. Aumento dell’impermeabilità dei terreni. Aumento dei costi di gestione delle acque. Mancato contrasto all’emissione di co2. Aumento dei costi dei servizi. Aumento del traffico. Mancato recupero delle migliaia di capannoni sfitti e delle aree logistiche e industriali abbandonate. Quindi, tirando le somme, dal vantaggio per solo pochi ai contro per la comunità. Questo è il valore economico del suolo che Zaia ci sta togliendo.” E infatti, facile prevedere che con le movimentazioni di merci con la realizzazione di questa nuova mega struttura, si parla di almeno 160 camion al giorno, il traffico locale della statale 16 subirà un impatto devastante, e un’aumento di smog e disagi estremo! 

Lorenzo Guaia
Circolo Colli Euganei Europa Verde

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