Zanoni (Europa Verde): “Caccia in deroga a fringuelli e storni è illegittima. Rischio infrazione Ue e pesanti sanzioni europee”

Venezia 20 giu. 2025 – “La decisione della Conferenza Stato-Regioni di autorizzare l’abbattimento in deroga di oltre 800.000 uccelli selvatici, tra fringuelli e storni, rappresenta un gravissimo passo indietro nella tutela della biodiversità e una violazione palese della Direttiva Uccelli 2009/147/CE. Si tratta di una scelta irresponsabile che espone l’Italia a nuove procedure di infrazione da parte dell’Unione europea, con pesanti sanzioni economiche e potenziali danni erariali per chi approverà queste deroghe illegittime”.

Lo dichiara Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde, e coordinatore nazionale dell’Osservatorio ‘Tutela Animali’ di Europa Verde, commentando “la recente ripartizione delle quote di caccia in deroga approvata a livello nazionale dalla Conferenza Stato e Regioni con delibera n. 87/CSR del 12 giugno 2025”.

“Nel 2023 – ricorda l’esponente di Europa Verde – da europarlamentare, sono riuscito a bloccare le cacce in deroga grazie a un lavoro di squadra con le associazioni ambientaliste e animaliste, e a un dialogo costante con i funzionari della Commissione europea e con l’allora commissario all’ambiente Janez Potočnik. Oggi, invece, il Governo Meloni riporta l’Italia indietro di 15 anni, assecondando le pressioni delle lobby venatorie”.

“Per il 2025 – continua Zanoni – la Conferenza Stato-Regioni ha approvato l’abbattimento in deroga di 581.302 fringuelli e 230.379 storni, suddivisi tra le regioni italiane in base al numero di cacciatori. In particolare, al Veneto sono stati assegnati 70.123 fringuelli e 29.842 storni; alla Lombardia 97.637 fringuelli e 41.552 storni; alla Toscana 119.847 fringuelli; al Lazio 83.792 fringuelli e 35.660 storni; all’Umbria 49.795 fringuelli e 21.192 storni; alle Marche 34.608 fringuelli e 14.728 storni; alla Liguria 25.984 fringuelli e 11.058 storni; alla provincia di Trento 12.829 fringuelli; all’Abruzzo 19.317 fringuelli e 8.221 storni; all’Emilia-Romagna 23.062 storni; e alla Puglia 16.256 storni. La deroga prevista dall’art. 9.1.c della Direttiva Uccelli può essere attivata solo in casi eccezionali, per piccole quantità, e solo se non esistono alternative praticabili. Inoltre, la Corte di Giustizia Ue ha già condannato l’Italia nel 2010 per l’uso improprio di queste deroghe”.

“Non si può giustificare la caccia a fringuelli e storni con motivazioni vaghe o con le tradizioni – afferma in conclusione Andrea Zanoni – La Corte europea ha chiarito che la tradizione non può prevalere sulla conservazione dell’avifauna. Le deroghe richiamate nell’atto della Conferenza Stato e Regioni relative alla lettera c dell’articolo 9 sono uno strumento abusato per troppe volte e per questo censurato da sempre dall’Ue, il loro utilizzo attuale è pertanto giuridicamente insostenibile. Chi approverà queste deroghe si assumerà la responsabilità di violare il diritto europeo, con il rischio concreto di una nuova procedura d’infrazione e possibili conseguenti danni erariali a carico dei soggetti che le autorizzeranno a livello regionale. Come Europa Verde, ci opporremo in tutte le sedi a questa deriva filovenatoria che calpesta la legalità, la tutela della fauna selvatica e l’articolo 9 della Costituzione italiana che tutela la biodiversità”.

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