Politica regionale. Andrea Zanoni (EV): “Zaia lascia pozzi avvelenati e un Veneto contaminato”

Venezia, 12 luglio 2025 – «Zaia può anche ripeterlo come un mantra, ma la realtà lo smentisce: i pozzi avvelenati li ha già lasciati eccome, e i veneti ne pagano le conseguenze ogni giorno», dichiara Andrea Zanoni, Consigliere Regionale di Europa Verde – AVS, replicando alle affermazioni del Presidente della Regione secondo cui non lascerebbe “pozzi avvelenati” al suo successore.
«Basta guardare ai 300.000 cittadini contaminati da PFAS, che per anni hanno bevuto acqua da pozzi inquinati da queste sostanze, con pesanti ripercussioni sulla salute. E che dire della Superstrada Pedemontana Veneta, un’opera colabrodo che creerà un ammanco da quasi 5 miliardi di euro in 39 anni, con un buco già registrato di 50 milioni del 2024 e uno da circa 80 milioni nel 2025. Altro che “Regione in corsa”, qui si corre verso il baratro», incalza Zanoni.
Secondo il consigliere, il bilancio dei quindici anni di governo Zaia si traduce in una lunga serie di fallimenti e danni strutturali per il Veneto. Uno degli aspetti più gravi è l’assenteismo record del presidente: su 158 sedute del Consiglio Regionale, Zaia è stato presente solo 12 volte, pari a un misero 7,06%, il che lo rende il governatore più assenteista d’Italia. A questo si aggiunge un uso massiccio di pesticidi, con ben 16 milioni di chilogrammi utilizzati nel solo 2023, equivalenti a 3,3 kg per abitante, mentre la regione resta fanalino di coda nella diffusione dell’agricoltura biologica. Il consumo di suolo è un altro primato negativo: il Veneto si colloca stabilmente tra il primo e il secondo posto in Italia, con 891 ettari di territorio consumati in più solo nell’ultimo anno. La sanità pubblica, un tempo fiore all’occhiello, è oggi in affanno, con liste d’attesa interminabili e una crescente privatizzazione che penalizza i cittadini, aggravata dalla carenza cronica di medici e infermieri. Non mancano poi gli scandali finanziari, con il crac delle banche venete che ha rovinato circa 200.000 risparmiatori. Sul fronte delle grandi opere, la gestione del Mose è stata definita opaca: Zaia era presente, ma ha sempre fatto finta di non esserci. Infine, le Olimpiadi lasceranno in eredità una pesante perdita di biodiversità e infrastrutture obsolete, come la discussa pista da bob, che graveranno a lungo sulle tasche dei contribuenti.
«Zaia ha costruito il suo consenso sulla gestione del Covid, ma ha lasciato una Regione più fragile, più inquinata e più indebitata. Le sue promesse si sono sciolte come neve al sole, prima fra tutte l’autonomia, e oggi il Veneto è maglia nera per consumo di suolo, aria inquinata, pesticidi e liste di attesa», continua Zanoni.
E conclude: «I pozzi sono già avvelenati, caro Zaia. Serve aria nuova e soprattutto un cambiamento radicale. Un cambio che metta al centro la salute dei cittadini, la tutela dell’ambiente e la trasparenza nella gestione pubblica».

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