Venezia, 13 giugno 2025 – “Abbattere 800mila uccelli protetti non è una ‘piccola quantità’, è una vergogna nazionale. Governo e Regioni, stanno calpestando la Direttiva Uccelli dell’Unione Europea e la nostra stessa legge nazionale. Come Coordinatore nazionale dell’Osservatorio per i diritti degli animali di Europa Verde e Consigliere regionale del Veneto, denuncerò ogni atto che autorizzi la caccia in deroga a specie protette alla Commissione Europea, il tutto in collaborazione con i nostri deputati al parlamento europeo.”
Lo dichiara Andrea Zanoni, commentando l’intesa raggiunta ieri 12 giugno in Conferenza Stato-Regioni per il riparto delle “piccole quantità” prelevabili in deroga nel 2025: 230.242 storni e 581.302 fringuelli, entrambi uccelli protetti dalla normativa comunitaria e nazionale.
“La Direttiva 2009/147/CE – spiega Zanoni – consente deroghe solo in casi eccezionali, per motivi seri come la salute pubblica o danni gravi alle colture, e solo se non esistono alternative. Ma qui si parla di caccia per motivi ludici, sportivi, clientelari. È inaccettabile. In Italia l’alternativa purtroppo c’è già, ci sono ben 48 specie cacciabili, di cui 36 uccelli e 12 mammiferi: non esiste alcuna necessità di colpire anche le specie protette.”
Zanoni ricorda che l’Italia è già stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea nel 2010 per l’abuso delle deroghe e che la Commissione UE ha più volte minacciato procedure d’infrazione. “Dal 2013, grazie anche alla nostra pressione, non si sparava più ai fringuelli. Ora si vuole tornare indietro di 15 anni, con il rischio concreto di nuove sanzioni europee e possibili danni erariali a carico dei responsabili in caso di pagamento di sanzioni.”
“Questa proposta – conclude Zanoni – è il frutto di un clima di incompetenza e prepotenza in materia venatoria, dove la fauna selvatica tutelata dalla Costituzione viene calpestata a fini elettorali. Denuncerò, in collaborazione con i nostri deputati al parlamento europeo, ogni atto che autorizzi la caccia in deroga a specie protette alla Commissione Europea.”