Dolomiti, Zanella: fuori controllo situazione frane, interrogazione ai ministri Pichetto e Salvini che fino a ora non hanno detto una parola

Roma, 2 LUG. “ Rafforzare i sistemi di controllo e gli strumenti di indagini e sorveglianza delle aree dolomitiche in forte trasformazione per effetto dei cambiamenti climatici in atto; garantire, se possibile, che i numerosi interventi infrastrutturali connessi ai Giochi Olimpici Milano Cortina 2026 non portino ulteriore dissesto del fragile contesto geologico e morfologico delle Dolomiti, già dichiarato patrimonio naturale dell’Umanità nel 2009, ricordo che il villaggio degli atleti dei Giochi Olimpici Milano Cortina 2026 sorgerà a Fiames, area a rischio idorogeologico e che il contestato impianto di risalita Apollonio-Socrepes insiste su un’area dove da anni si sta muovendo una frana profonda, con rischio di stabilità dei piloni”.
Lo chiede con una interrogazione ai ministri delle Infrastrutture e dell’Ambiente la capogruppo di AVS alla Camera Luana Zanella, la quale spiega : “non abbiamo sentito neanche una parola dai ministri Salvini e Pichetto dopo i numerosi eventi franosi che hanno coinvolto l’area dolomitica da San Vito di Cadore a Cortina, aggravato dalla piogge intense delle ultime settimane che hanno reso il terreno particolarmente instabile, alimentando un continuo susseguirsi di smottamenti e crolli che mettono a dura prova l’intero territorio dolomitico. Nella notte di lunedì 30 giugno una colata di fango e detriti é scesa dalla Croda Marcora, imponendo la chiusura della SS 51 Alemagna e il conseguente isolamento di Cortina d’Ampezzo; nel pomeriggio di sabato 28 giugno, poche ore prima della frana principale, era già avvenuto un primo distacco di materiale, ripreso in un video che ha circolato sui social, a testimonianza della crescente instabilità della montagna; lo scorso 14 giugno un crollo di grandi dimensioni sempre dalla cima Marcora tra San Vito  e Cortina d’Ampezzo; nella notte tra il 15 e il 16 giugno un’enorme colata detritica, staccatasi dalle pendici del Monte Antelao, si è riversata sull’abitato di Cancia nel Comune di Borca di Cadore, bloccando sempre la SS.51 Alemagna. Le frane censite dalla Regione Veneto sono 9.455, ben 5.914 solo nella provincia di Belluno, ogni anno se ne aggiungono circa 200. In particolare la valle del Boite, da sola, conta almeno 10 colate detritiche, lungo una zona di una ventina di chilometri. La perdita in alta quota del parmafrost, il ghiaccio interstiziale permanente presente fino a qualche tempo fa nelle fratture e nella porosità della roccia, svolgendo da “legante naturale” delle parti esposte delle pareti, porta a un incremento dei crolli e della produzione di detriti. Di fronte a questa situazione chiediamo intervento di messa in sicurezza e di prevenzione”, conclude Zanella.

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