“Lunedì sera, una nuova imponente frana è scesa ai piedi della Croda Marcora, nel gruppo del Sorapis, sopra San Vito di Cadore. Più di 20.000 metri cubi di detriti, che hanno invaso la statale Alemagna e isolato Cortina, si sono riversati a valle. E nel pomeriggio, durante un altro violento temporale, la montagna ha parlato ancora, con una seconda colata detritica che ha raggiunto il Boite.
Fango e polvere, polvere e fango, riempiono le strade e le case di chi vive le montagne venete.
Non è un caso. È un grido d’allarme.
Lo scrittore Matteo Righetto, in una recente intervista, ha detto parole vere e profonde: “La montagna ci sta lasciando la sua voce e questa voce ci richiama a una consapevolezza che purtroppo solo con molta fatica mettiamo a fuoco nel nostro agire.”
Le frane ci sono sempre state. Ma non con questa frequenza, non con questa potenza, non con questa evidente correlazione con il riscaldamento globale. Temperature troppo alte sciolgono il permafrost, si infiltrano nelle rocce, le spaccano dall’interno. La montagna cede. E lo fa sempre più spesso, davanti ai nostri occhi.
Ma noi, troppo spesso, guardiamo solo la frana, non la montagna che si muove da anni.
Il vero problema, come dice Righetto, è che molti fingono di non vedere. Si continua a ripetere che prima viene l’economia, che non si può fermare il progresso. Ma quale economia? Quella che ignora i danni, che lascia i costi sulle spalle della collettività, che mette a rischio paesi, case, vite umane?
Il cambiamento climatico è qui, ora, sulle nostre strade, nei nostri paesi, nelle nostre valli. Eppure, si è costruito ovunque, si è consumato suolo senza misura. E di tutto questo non si parla. Si guarda la frana come un episodio, e non il territorio come un sistema vivo che collassa da anni.
Europa Verde da sempre sostiene una visione diversa: la montagna non è un parco giochi, non è una cartolina, non è solo turismo. È un organismo vivo. È una casa comune da difendere.
E invece si continuano a preparare grandi eventi come le Olimpiadi, senza domandarci che impronta lasceranno, che pressione porteranno, che danni e debiti ci lasceranno. Come se tutto fosse immobile, eterno, controllabile.
Le frane non sono ‘un fenomeno naturale’. Sono il risultato di un sistema economico e culturale che ha aggredito e indebolito la montagna.
Serve un nuovo patto con le Alpi e le Dolomiti, che unisca rispetto, ascolto, adattamento. Serve una politica che non rincorra l’emergenza, ma prevenga il disastro. Serve uno sguardo lungo, e non dei “dieci secondi”, come scrive Righetto. Serve restituire qualcosa a ciò che abbiamo tolto.
La montagna non ha bisogno di essere conquistata. Ha bisogno di essere custodita.” Lo dichiara il Consigliere regionale Renzo Masolo (Europa Verde).