Verdi: priorità al risanamento dell’aria del bacino padano

Il risanamento del bacino padano, area “piu’ inquinata d’Europa” in cui vivono oltre 22 milioni di persone, “va affrontata come prioritaria questione nazionale”. Purtroppo, invece, “di questa emergenza nel Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) approvato dal governo il 12 gennaio, non c’e’ traccia”. Lo denunciano i VERDI, evidenziando che nel Pnrr “manca la misura dedicata al risanamento della qualita’ dell’aria”, nonostante “sono ben 10 le Regioni italiane che sono state condannate dalla Corte di giustizia europea per il mancato rispetto delle soglie limite di inquinanti atmosferici, in particolare quelle relative alle polveri sottili Pm10”. Si tratta di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia, e a loro carico “la Corte di giustizia europea ha stabilito che tra il 2008 e il 2017, l’Italia ha violato in maniera sistematica e continuata i valori limite posti dall’Ue sull’inquinamento dell’aria e che non ha adottato misure adeguate per la riduzione delle polveri sottili”.

Per uscire dall’emergenza e’ necessario investire in tutti i settori di emissione dei gas che avvelenano l’aria che respiriamo, stanziando risorse “per lo sviluppo della mobilita’ elettrica, delle fonti rinnovabili, dell’economia circolare; per la sostituzione delle caldaie alimentate da fossili con pompe di calore; per l’isolamento termico di case ed uffici; per la diffusione dei metodi di agricoltura climate smart”, esemplifica Europa Verde che chiede di cogliere “l’opportunita’ irripetibile” costituita dagli “oltre 223 miliardi di euro del Next Generation Eu”.

Tra l’altro, concludono i VERDI, “non solo il Piano nazionale di ripresa e resilienza tra le destinazioni di quote parte del Recovery fund non prevede ne’ un piano per la qualita’ dell’aria ne’ un piano di risanamento ambientale specifico del bacino padano”, ma il Pnrr “non rispetta nemmeno la prescrizione dettata dalla Commissione europea di destinare il 37% dei fondi ad obiettivi green poiche’ si ferma al 31%. E tradotto in denaro questo meno 6% fa oltre 13 miliardi di euro”. 

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