La #cop26 è stata utile quanto meno per dimostrare definitivamente – le lacrime del presidente Sharma ne sono l’immagine più eloquente – che NON è possibile per questo sistema che abbiamo creato, autoriformarsi.
La realtà è che l’interno assetto economico, produttivo, politico, culturale, finanche gli stili di vita del 95% degli esseri umani del pianeta, sono strettamente legati alle “emissioni climalteranti”.
Gli equilibri economici e politici globali sono legati alla disponibilità di energia che per più dell’80% è fossile. Purtroppo non siamo capaci, tutti noi umani contemporanei intendo, di rinunciare alle emissioni, perché non siamo capaci di progettare e realizzare in breve tempo un cambio di sistema che ci consenta di farci bastare quel 20% di rinnovabili.
Ma peggio ancora: se anche avessimo la capacità tecnica per farlo, la reazione interna sarebbe tale che salterebbero tutti gli equilibri politici e sociali.
Le lacrime del presidente #Sharma non sono di delusione, ma derivano dalla chiara consapevolezza della totale incapacità di reagire degli umani contemporanei (non solo della politica), pur di fronte alla prospettiva dell’estinzione di massa prossima ventura.
Sia chiaro, la mia non è una dichiarazione di resa, anzi, ma quella della Cop26 lo è di sicuro.
Lo dicono tutti che la sfida è la più difficile che l’umanità abbia affrontato: ecco, ora ci è chiaro che è difficile anche a causa dell’umanità stessa, dei suoi limiti e delle sue incapacità a reagire. La sfida però rimane aperta. Del resto che abbiamo da perdere, se non tutto.
Mauro Moretto