Venezia, 16 luglio 2025 – “Il collega Villanova dovrebbe spiegare ai Veneti come mai il suo partito ha promesso il federalismo, ma alla fine porterà a casa, forse, solo il Ponte sullo stretto di Messina. Per nascondere tutto questo, utilizza il simbolo della nostra regione come un semplice ornamento da piazzare qua e là, senza conoscere le peculiarità e la fragilità delle diverse aree.” A dichiararlo è il consigliere regionale Andrea Zanoni (Europa Verde), in risposta alle dichiarazioni del capogruppo leghista Villanova.
“Mi meraviglia – prosegue Zanoni – che Villanova si precipiti a difendere l’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco, che quest’anno ha ricevuto ben 250.000 euro di fondi pubblici, mentre i cittadini veneti fanno i conti con la carenza di medici di base e gli studenti pagano abbonamenti salati per gli autobus. Con quei soldi potremmo abbassare il costo dei trasporti scolastici o garantire qualche medico in più nei territori scoperti. Ma evidentemente per la Lega è più importante installare un leone gigante in un sito naturalistico protetto.”
Zanoni ricorda che il leone alato, alto 6 metri e installato su un basamento in calcestruzzo da 30 metri quadri, è solo una delle tre opere che minacciano il sito dei Laghi di Revine, tutelato dalla Rete Natura 2000: “Parliamo di un’area con decine di specie protette, tra cui sette in stato critico. Eppure, si vuole trasformarla in un luna park per la promozione del Prosecco, con passerelle, piattaforme galleggianti e statue monumentali, tutto a spese dei contribuenti.”
“Ho già trasmesso ad ARPAV una dettagliata osservazione – aggiunge – chiedendo che il leone venga spostato dal sito naturalistico al borgo, dove potrà essere ammirato senza disturbare la fauna. È un dovere di ogni consigliere regionale vigilare su come vengono spesi i soldi pubblici e tutelare il nostro patrimonio ambientale. Se Villanova ha difficoltà a capirlo, forse è troppo impegnato a fare il tifo per le colline del Prosecco, dimenticando i veri bisogni dei cittadini.”
Zanoni sottolinea poi l’assurdità della scelta localizzativa: “Ci sono 9.700 ettari di territorio dove l’Associazione UNESCO potrebbe installare opere d’arte di ogni tipo. Eppure, si sceglie proprio l’unica area protetta, quella più delicata, probabilmente su indicazione del sindaco di Tarzo e parlamentare Bof. Una scelta che dimostra quanto poco conti la tutela ambientale per chi governa.”
“Il Leone di San Marco – continua – è anche il nostro simbolo, è il simbolo dell’istituzione che rappresentiamo. Ma proprio per questo non può essere ridotto a una bandiera di conquista.”
“Infine – conclude Zanoni – trovo tragicomico che Villanova mi accusi di incoerenza politica. Viene da un partito che ha fatto del trasformismo un’arte, che ha promesso l’autonomia e ha consegnato ai Veneti solo slogan, cemento e il nuovo ponte sullo stretto. Se c’è qualcuno che dovrebbe tacere, è proprio lui.”