Huffingtonpost: “I Verdi tedeschi stanno con l’Italia: sì a Coronabond e Mes senza condizioni”

Keller all’Europarlamento: “Gli Stati Ue siano coraggiosi e creativi”. Paper sfonda il muro dei no del Governo di Berlino: condividere i rischi da coronavirus

By Angela Mauro – In Germania c’è una voce politica, anche alta nei sondaggi, che sfida il muro dei no del Governo agli eurobond e all’uso dei fondi del Mes senza condizioni per gli Stati colpiti dalla crisi economica da coronavirus. Sono i Verdi tedeschi, che già qualche giorno fa hanno diffuso un documento sulla stessa linea dell’Italia e dei paesi che chiedono all’Europa una condivisione dei rischi economici imposti da Covid-19. “Gli Stati membri devono essere coraggiosi e creativi facendo ricorso a tutti gli strumenti finanziari per sostenere la perdita di posti di lavoro e di reddito: vanno creati dei titoli di debito comune, dei coronabond”, dice oggi la co-presidente dei Verdi tedeschi ed europarlamentare Ska Keller nell’aula dell’Europarlamento di Bruxelles che si appresta a votare, da remoto, le misure adottate la scorsa settimana dal Consiglio europeo, tra cui la sospensione del Patto di Stabilità e crescita.

Ma in vista della videoconferenza dei capi di Stato e di Governo oggi, il dibattito e l’attesa si concentrano sugli eurobond e sull’uso dei fondi del Meccanismo europei di stabilità senza condizioni. Come si sa, la discussione è bloccata dai veti del nord, Germania e Olanda in primis. Ecco, ma non tutti i partiti la pensano allo stesso modo in Germania. I Verdi stanno sulla posizione italiana e degli altri Stati che ieri hanno firmato la lettera al presidente del Consiglio europeo Charles Michel invocando una maggiore solidarietà a livello europeo e, nello specifico, la creazione di eurobond o coronabond, titoli di debito pubblico comune per condividere i rischi economici della pandemia.

“Data la natura straodinaria di questa crisi”, recita il documento dei Verdi tedeschi, i fondi del Meccanismo europeo di stabilità devono essere garantiti “senza condizionalità”. “Gli Stati membri più colpiti, come l’Italia – continua il documento – dovrebbero essere aiutati economicamente senza prestiti e senza condizionalità politicamente pericolose. I governi e le istituzioni europee dovrebbero lavorare insieme fin da subito per creare degli eurobond per raccogliere i fondi necessari per le politiche sanitarie e di ricostruzione”.

E ancora: “Gli Stati membri dovrebbero mettersi d’accordo su una significativa iniezione di capitali nella Banca di investimenti europea per metterla nelle condizioni di contribuire rapidamente a mitigare l’impatto economico del Covid-19, inclusa la creazione di una nuova linea di credito della Bei per garantire liquidità permanente alle piccole e medie imprese”.

Sven Giegold, responsabile economico dei Verdi tedeschi e capo delegazione in Commissione problemi economici del Parlamento europeo, critica il nulla di fatto della riunione dell’Eurogruppo due giorni fa. “L’Eurogruppo – spiega – ha dimostrato una mancanza di capacità di costruire una risposta davvero europea” alla crisi. I ministri finanziari dell’Ue “hanno sostenuto le misure già adottate a livello nazionale ed europeo, ma questo non è sufficiente. Serve una risposta europea per proteggere l’economia e il lavoro in tutta l’area euro”.

Giegold continua: l’Eurogruppo dovrebbe “attivare le linee di credito precauzionali del Mes senza nuove condizioni di austerità per gli Stati membri che diventano poi vittime di attacchi speculativi. Tutte le imprese hanno bisogno di avere accesso ai prestiti di emergenza senza pastoie burocratiche da parte della Banca europea per gli investimenti e da parte delle banche nazionali. Quando la crisi acuta da coronavirus finirà, avremo bisogno di un pacchetto europeo che stimoli l’economia verde per almeno il 3 per cento del prodotto interno lordo. E poi abbiamo bisogno di completare l’unione bancaria e fiscale, compresa la creazione di titoli di debito comune per rendere l’euro davvero a prova di crisi. Sin dall’epoca delle crisi finanziarie, questa mancanza di volontà di riforma ci torna addosso come un boomerang”.

Tratto da HuffPost

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