Giusta la scelta strategica di collocare le grandi navi fuori laguna (ma rischiosa la “transizione provvisoria” a Marghera)

Le scelte del Comitatone. Una prima valutazione. Bene più risorse (ma ne servono di più), giusta la scelta strategica di collocare le grandi navi fuori laguna (ma rischiosa la “transizione provvisoria” a Marghera).
di Gianfranco Bettin – A una prima valutazione dell’esito della seduta del Comitatone del 21 dicembre 2020, a cui altre, più approfondite, seguiranno alla luce degli atti completi, due paiono essere le note rilevanti.
1) Aumentano le risorse per la città, anche se altri sforzi ancora saranno necessari per affrontarne adeguatamente le esigenze. Una scelta, quindi, positiva, pur da consolidare nel prossimo futuro, investendo ulteriormente sulla salvaguardia e la rigenerazione socioeconomica.
2) La scelta strategica di collocare le grandi navi fuori dalla laguna, e di comparare tutti i progetti che vanno in questa direzione (come anche prevedeva l’accordo elettorale della coalizione di centrosinistra a Venezia), viene finalmente per la prima volta assunta, anche se si apre una fase di transizione che contempla l’uso di approdi provvisori a Marghera che contiene molti rischi e che potrebbe allungare la transizione indefinitamente. Occorre dunque sottoporre rigorosamente questa fase transitoria a tutte le valutazioni preliminari (impatto ambientale, pericolosità del contesto con la commistione di attività industriali e commerciali e quelle crocieristiche, evitare nuovi scavi ecc.).
Resta, tuttavia, la novità importante: si comincia – si deve cominciare subito – a considerare il gigantismo navale incompatibile con l’ecosistema lagunare, già sottoposto a dure prove con le manomissioni fin qui perpetrate e con l’impatto nuovo dei mutamenti climatici. Ciò che è troppo grande e troppo impattante non può stare in laguna. Ci sono i mezzi per conservare nell’ambito veneziano funzioni importanti, come quelle portuali e anche croceristiche, ma, quelle incompatibili, vanno collocate al di fuori del bacino lagunare, pena devastarlo ulteriormente e, nel tempo, perdere comunque anche quelle funzioni.
Occorre finalmente, guardare al futuro, progettarlo.
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