Di seguito, la MOZIONE PER LA CANDIDATURA A COPORTAVOCE DI LUANA ZANELLA E ENRICO BRUTTOMESSO che sarà presentata all’assemblea di Europa Verde che si svolgerà sabato 18 dicembre a Mestre, hotel Plaza, alle ore 15
LA SFIDA VERDE NEL VENETO
A CHE PUNTO SIAMO – L’Assemblea Nazionale svoltasi a Chianciano lo scorso 10-11 luglio ha dato formale vita a EUROPA VERDE – VERDI, frutto del superamento della storica Federazione Nazionale dei Verdi e traguardo di un percorso di apertura e rinnovamento avviato dalla Federazione, che ha coinvolto migliaia di donne e uomini, attorno al Progetto di costituzione di una forza ecologista e verde, incisiva sia sul piano culturale e sociale che su quello della rappresentanza politica ed istituzionale.
Europa Verde nasce come lista per le Elezioni Europee del 2019, su un programma unitario comune a tutti i partiti verdi dell’UE, redatto all’interno dell’European Green Party, di cui noi Verdi italiani siamo cofondatori.
Anche in Veneto, nonostante le esigue risorse e le difficoltà di una scadenza elettorale così difficile, abbiamo presentato le nostre candidature, giovani donne e uomini, spesso alla prima esperienza, hanno contribuito con il loro entusiasmo e convinzione a raggiungere un risultato importante e a far conoscere il nostro progetto nella regione.
Ma sarà la campagna elettorale 2020 a determinare un ulteriore importante avanzamento. Ci presentiamo alle elezioni regionali con il simbolo Europa Verde e alle comunali del capoluogo di regione, Venezia, con il simbolo Verde e Progressista. Cristina Guarda è eletta consigliera regionale, Gianfranco Bettin, consigliere comunale. Altre e altri sono eletti nelle municipalità veneziane e di terraferma, o in liste civiche di altri comuni, e con costanza ci prepariamo alle prossime amministrative di primavera, tra cui i capoluoghi di Padova, Verona e Belluno.
Dopo molti anni di assenza, i Verdi rientrano nelle istituzioni e aprono una nuova stagione per l’ecologia politica nella nostra regione, saldamente in mano al governo di un centro destra, che non solo non ha affrontato la crisi ambientale, climatica, sociale, sanitaria, ma ha effettuato scelte che l’hanno perfino aggravata.
Nel corso degli ultimi tre anni, anche a causa della morte del Coportavoce della Federazione dei Verdi del Veneto, Loris Bertocco, che ricordiamo con affetto e rimpianto, la Federazione è stata commissariata, dopo un periodo di “reggenza” dell’altra Coportavoce Franca Marcomin, cui va tutta la nostra riconoscenza. Luana Zanella ne è stata finora commissaria responsabile e legale rappresentante. Grazie al lavoro comune delle e dei Verdi “storici” e di coloro che hanno aderito ad Europa Verde, è stato possibile costituire ben sei federazioni provinciali, ad eccezione della provincia di Belluno; il numero di aderenti di aderenti si avvicina a quota 500. Possiamo dire con soddisfazione che abbiamo insieme fatto un ottimo lavoro, anche se ancora dobbiamo rafforzarci in aree strategicamente decisive, in tutte le province e nelle principali città del Veneto, e radicarci in modo più omogeneo in tutto il territorio, fino al più piccolo comune.
Per questo la costituzione della Federazione Regionale del Veneto di Europa Verde –Verdi, l’elezione dei Portavoce e dell’Esecutivo, delle e dei consigliere e consiglieri del Consiglio Federale Nazionale, e a gennaio, con il rinnovo delle Federazioni provinciali, del Consiglio Federale Regionale, assumono una valenza politica importantissima, determinante per dare concretezza e realizzazione ai principi e alle idee guida che ci muovono e che sono presenti nello Statuto di Europa Verde, nella Carta dei Verdi del Mondo (Canberra 2001) e nella Carta dei Verdi Europei (Ginevra 2006), che ne costituiscono parte integrante.
COLLABORAZIONE – Riteniamo che concretezza e pragmatismo debbano informare il nostro metodo di lavoro. La nostra azione politica dipenderà dalla nostra capacità nel saper elaborare, in stretta collaborazione con le associazioni ambientaliste, le forze sociali, associative, sindacali, con le espressioni delle professioni, del mondo della ricerca, della green economy, della cultura, per creare progetti e proposte innovative e convincenti, in grado di ottenere il consenso e la condivisione, indispensabili per il nostro successo elettorale e per la presenza nelle istituzioni a tutti i livelli, dai Consigli Comunali al Parlamento Europeo ma la cosa più importante sarà creare un Comitato Tecnico-Scientifico (CTS) qualificato, strutturato e in grado di soddisfare tutte le esigenze di approfondimento, consulenza e formazione da parte del gruppo regionale.
Non sfugge la necessità di rientrare nel Parlamento Nazionale, da cui manchiamo dal 2008, anche per accrescere la visibilità mediatica e il protagonismo politico. Così come il Parlamento europeo ha bisogno della nostra presenza e del nostro impegno.
CRISI CLIMATICA E CULTURA POLITICA ECOLOGISTA- Europa Verde è un progetto ambizioso e ci troviamo di fronte ad una sfida epocale. L’emergenza climatica non è uno dei tanti problemi, ma è e deve essere il perno della nostra azione politica, anche nella nostra regione. Il nostro impegno sarà volto a far sì che la questione venga affrontata dalle istituzioni preposte, come da tutti i soggetti coinvolti; imprese, sindacati, università, istituti di ricerca, associazioni di categoria, forze politiche e associative, movimenti e comitati.
Dalla questione climatica e ambientale deve prendere forma un nuovo approccio, una nuova idea di società e di sistema economico. Saranno determinanti in questa prospettiva, l’assunzione in prima persona di responsabilità civica, la capacità di tessere relazioni e fare comunità, l’impegno per l’inclusione di soggettività che stanno ai margini, la solidarietà, la valorizzazione delle differenze.
Dobbiamo quindi diventare la forza politica del grande processo di cambiamento culturale, sociale ed economico con al centro la cura, la tutela della Casa Comune e la ricerca della giustizia sociale.
Contrastare il surriscaldamento del clima significa, oltre che cambiare i nostri stili di vita, impegnarci per far assumere provvedimenti conseguenti alle amministrazioni (a cominciare dai singoli comuni fino alla Regione) per il contrasto dell’emergenza climatica e l’assunzione di azioni concrete conseguenti. Significa, dunque, agire politicamente. Di qui, la necessità di uno strumento di lavoro politico che sia anche una comunità di idee e di valori, capace di darsi un’organizzazione adeguata e un programma all’altezza della complessità, della radicalità e della qualità della sfida, specie in un luogo e in un momento come questo.
Servono proposte efficaci e convincenti per affrontare le emergenze e i problemi del presente, e serve una visione di lungo periodo, capace di misurarsi con la complessità dei problemi e di far dialogare e integrare la cultura con il lavoro, la sanità con un piano di mitigazione climatica, le politiche pubbliche per la residenza con il turismo, il welfare con il sostegno all’autonomia delle persone. Serve una Legge sul Clima, anche a livello regionale, che individui obiettivi, vincoli, investimenti accelerare la riduzione delle emissioni di CO2, che preveda una riduzione almeno del 15% del consumo energetico, che incentivi le energie rinnovabili, che intervenga sulle emissioni nel settore dei trasporti e dell’agricoltura. In particolare, gli investimenti finanziati con il PNRR devono essere accompagnati da valutazioni sulla riduzione di emissioni e assorbimento. Ciò che dobbiamo evitare, come ammonisce la lezione della pandemia, è di tornare a “come eravamo”.
La nostra regione, a partire dal suo capoluogo, Venezia, al centro dell’attenzione internazionale, può divenire un modello di risposta all’emergenza climatica e ambientale, grazie all’innovazione, alla ricerca e all’avvio di programmi di transizione energetica, di riconversione dei sistemi produttivi e infrastrutturali, di riqualificazione delle realtà urbane e rigenerazione dei territori, per una qualità di vita migliore e per garantire un futuro alle nuove generazioni. La stessa possibilità di mitigare gli effetti dei mutamenti climatici e di adattare il territorio rendendolo resiliente e lungimirante dipende da questo doppio agire: nel presente, con le sue urgenze ineludibili, ma consapevoli del futuro che viene.
Nulla di tutto ciò è possibile senza mettere al centro la cittadinanza e senza includerla nelle decisioni vitali (nel caso, perdurando l’emergenza pandemia, anche in forme possibili attraverso tecnologie che vanno utilizzate proprio per questo: non solo arene virtuali, bensì forme di agorà on line, da rendere accessibili a tutti, cosa utile comunque, anche al di là della contingenza emergenziale) anche se è soprattutto attraverso gli strumenti di partecipazione diretta e i luoghi pubblici concreti in cui si possa tornare a incontrarsi. che confidiamo di poter rilanciare i percorsi democratici.
L’esperienza di Europa Verde, con i positivi risultati che ha prodotto in Italia (certo ancora insoddisfacenti, ma incoraggianti) e nel Veneto, apre uno spazio di lavoro politico nel quale possono meglio venir valorizzati i nostri temi, se sapremo farli vivere come parte del movimento ecologista europeo e planetario, oggi rilanciato dall’onda verdissima che anima le nuove generazioni, dai Friday For Future agli Extinction Rebellion, e che tocca e rende più consapevoli anche altri settori delle società contemporanee. C’è un nuovo spazio per i Verdi, anche elettorale, ma soprattutto c’è un indubbio spazio sociale e culturale; quindi, ci sono le condizioni anche per un nuovo protagonismo politico. Occorre immettere la nostra storia e la nostra attuale realtà di soggetto politico dentro questa corrente, diventarne parte, senza fingere di non avere un’esperienza ma senza farne una bandierina, nell’incontro di vecchie e nuove pratiche nella ricerca comune di una svolta ecologista al passo coi tempi.
A differenza di altri partiti Verdi nord-europei, in Italia scontiamo da sempre un ritardo culturale sui temi dell’ecologia. Ritardo che spesso si riflette, in modo negativo e discriminatorio, nel cono d’ombra mediatico al quale i Verdi sono relegati da decenni.
Questa emarginazione dalla scena mediatica, il mancato approfondimento nella comunicazione e nel sistema scolastico dei temi propri dell’ecologia, hanno contribuito e contribuiscono a far sì che, ad una crescita importante dell’economia verde, alla maturazione di stili di vita individuali green, alla presa di coscienza sui pericoli per la salute legati all’inquinamento atmosferico e all’aumento di sensibilità nei rapporti con gli animali e la natura, non abbia corrisposto finora una crescita di consapevolezza culturale e politica nel Paese che colleghi tutti gli aspetti e ponga con la necessaria determinazione ed efficacia il tema della svolta verde in chiave di svolta verde socialmente sostenibile e anche desiderabile per richiamarci alle parole di Alex Langer.
UN GRANDE LAVORO PER E NEI NOSTRI TERRITORI – Viviamo in una regione divenuta famosa per alcuni disastri ambientali tra i più gravi nella storia locale e planetaria: il più grande inquinamento dell’acqua, a causa dei Pfas; le emissioni nell’aria, che vede la Pianura Padana tra le zone più inquinate d’Europa; il consumo del suolo che colloca il Veneto come seconda regione d’Italia per cementificazione del territorio; per il numero di aree ad alto rischio idrogeologico.
Sono pochi i luoghi del nostro territorio rimasti incontaminati, un insufficiente numero di parchi regionali, spesso minacciati di riduzione o cancellazione da parte di forze politiche, a noi, diametralmente opposte.
Il sistema socio-sanitario è in crisi, così come i servizi da esso forniti, dove ritardi, liste d’attesa e carenza di personale medico e paramedico, sono descrizione di un modello inadeguato, iniquo e inefficiente, che ha mostrato e mostra tutti i propri limiti e carenze nell’affrontare la PANDEMIA da COVID 19.
Il mondo imprenditoriale ed economico veneto resiste al necessario cambiamento del proprio modello di sviluppo, seppure con eccezioni importanti che vanno riconosciute e sostenute. E il PNRR è esposto ad un utilizzo rivolto a finanziare vecchi progetti, con il rischio di vedere bloccati i finanziamenti dall’Europa, dati i vincoli precisi e tassativi per l’assegnazione dei medesimi. Eppure, la Green Economy è una soluzione per rivitalizzare il sistema, accrescere l’occupazione e portare le nostre industrie verso la sostenibilità ambientale, percorrendo la via della Transizione Ecologica (Energetica e Produttiva).
Sarà nostro impegno concentrarci nel perseguire gli obiettivi programmatici, consapevoli del salto qualitativo indispensabile in termini di preparazione, competenza e passione. Non sarà una sfida facile. Iniziamo ad ottimizzare le risorse che già abbiamo. Abbiamo al nostro interno, tra iscritti, simpatizzanti ed elettori, numerose competenze che dobbiamo, con grande sforzo di generosità, mettere in rete.
PENSARE GLOBALMENTE, AGIRE LOCALMENTE – Continuano ad aumentare le e gli iscritti nei territori. Nascono nuovi circoli di Europa Verde. Molte sono le persone che iniziano a seguirci e a contattarci, ed è su questa spinta che cercheremo di crescere ed essere presenti, perché solo con la presenza nei vari comuni o soprattutto nelle zone più lontane della nostra regione o delle nostre città, possiamo crescere conoscendo le criticità che giornalmente si presentano ai cittadini, che minacciano la loro salute, che rallentano la transizione ecologica. E solo con la presenza e la conoscenza possiamo essere un punto di riferimento e un’alternativa politica, completamente differenti da coloro che hanno guidato e stanno governando il Veneto fino ad oggi.
La conoscenza però dovrà essere accompagnata dalla formazione. Per non trovarci impreparati dobbiamo crescere, per crescere dobbiamo formarci e dobbiamo farlo con la massima apertura, in particolare con le realtà associative ed imprenditoriali che già si muovono e agiscono verso gli stessi nostri obiettivi. Diciamolo chiaro: il Veneto è una Regione che nonostante tutto ha una parte di sé che già pratica il cambiamento che serve. A questa parte noi dobbiamo gettare ponti, aprire confronti e presentare proposte. Dobbiamo dire alle cittadine e cittadini veneti che il Veneto che serve c’è, esiste e sarà con noi sempre più incisivo e protagonista.
Per comunicazione politica intendiamo studio, ricerca e capacità di comunicare i nostri contenuti. Dobbiamo predisporre campagne di sensibilizzazione continua, non solo campagne in occasione delle elezioni, che dovremo improntare per portare alla luce la nostra visione di società, e ciò va fatto in maniera coerente e sapiente. Per questo noi crediamo che ci debba essere un piano di azione strategico comune tra le federazioni provinciali, le associazioni locali, i circoli, la federazione regionale e i vertici nazionali, per raggiungere rapidamente gli obiettivi che nero su bianco dobbiamo avere chiari, senza però dimenticare che di principio andrà comunque garantita ampia autonomia alle federazioni e ai territori, a partire dai percorsi di alleanze locali, che noi crediamo debbano essere il frutto di accordi programmatici concreti e liberi da pregiudizi o preconcetti.
Sarà ripreso e rafforzato il percorso dei gruppi di lavoro e realizzata, anche in collaborazione con Europa Verde nazionale, una regolare attività formativa. Ciò sarà di grande supporto alle proprie elette ed eletti di Europa Verde Veneto e alle e ai militanti nei territori, affinché entrino nell’agenda politica regionale le questioni cruciali e centrali per la transizione ecologica e la trasformazione in senso eco-socio-sostenibile del Veneto.
TEMI PROGRAMMATICI – Dobbiamo riprendere con maggiore continuità ed efficienza, anche grazie al supporto del Comitato Tecnico-Scientifico, i temi su cui stiamo già lavorando:
- ENERGIA
Guardiamo con fiducia al governo rosso verde tedesco che prevede di produrre, entro il 2030, l’80% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili e di immatricolare 15 milioni di auto elettriche, installando 1 milione di punti di ricarica. In Italia dovremmo installare ogni anno 7 GW da qui al 2030 per poter raggiungere gli obiettivi UE. Le lobby nucleariste e dell’energia fossile spingono perché nella tassonomia verde siano inseriti gas e nucleare. Sarà una battaglia durissima.
Potenziare e rendere più efficiente la produzione energetica idroelettrica veneta, nel rispetto del territorio, fotovoltaico a terra preferenzialmente su aree dismesse, parcheggi, lungo le autostrade e superstrade, agrivoltaico.
2) AMBIENTE
Stop al consumo di suolo e alle infrastrutture inutili, Olimpiadi invernali ad impatto zero, rilancio della Montagna Veneta, politiche di ripopolamento e attrattive per i giovani, programmi di piantumazione alberi in contesto urbano e extra-urbano,
interventi urbani per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici in particolare superfici drenanti, alberature contro le isole di calore, tetti verdi ecc. proteggere l’acqua, l’aria e il suolo, contratti di fiume come mezzo di tutela e promozione e come sostegno ai processi partecipativi, tutela della fauna selvatica, bonifiche delle aree inquinate, studio delle discariche in regione, proteggere la biodiversità con progetti nei territori, sostegno alle amministrazioni e ai comitati contrari alla costruzione dei bacini di laminazione senza un confronto con i territori, definire le priorità provinciali sui problemi paesaggistici e ambientali, DMV deflusso minimo vitale dei fiumi, piano faunistico venatorio. Parco della Laguna di Venezia e tutela dei litorali. Delta del Po’, colli Euganei, creazione di nuovi parchi regionali. Decarbonizzazione della Regione, spinta verso le energie rinnovabili, studio per un programma ventennale spinto di piantumazione di alberi in tutta la regione.
Educazione ambientale in ogni ambito, accompagnamento verso la transizione ecologica.
3) MOBILITA’
Investimenti senza precedenti su potenziamento TPL, mobilità pubblica integrata, car sharing e bike sharing nelle grandi città, biglietto unico regionale, riduzione del 70% dei costi dei biglietti, studio di fattibilità per giornate con mezzi pubblici gratuiti, studiare la fattibilità di rendere gratuiti i biglietti per gli anziani e per tutti i figli a carico, rilanciare il progetto della Metropolitana regionale di superficie, sostegno alla mobilità elettrica che però non è l’unica o principale soluzione al traffico, trasporto pubblico a chiamata nelle periferie,
4) EDUCAZIONE, SCUOLA, RICERCA E FORMAZIONE
Educazione alla non-violenza, investimenti sulla ricerca nelle università in particolare per le energie rinnovabili, la formazione ambientale deve essere trasversale in tutti gli ordini scolastici e non limitarsi a specifiche materie e specializzazioni, tutto il mondo della scuola deve essere imperniato dall’ecologia e dalla sostenibilità ambientale, formazione dei Mobility Manager e Climate Manager, processi partecipativi per favorire la consapevolezza e la responsabilità dei cittadini, stili di vita e abitudini di consumo sono concetti da portare nelle scuole come materie di formazione, favorire le lezioni all’aperto, gite sul posto a piedi in bicicletta e con i mezzi pubblici, asili nel bosco etc. Resilienza, Politiche di prevenzione e protezione delle calamità climatiche attraverso l’attività della Protezione Civile con attività in tutti i territori (cittadini e scuole).
5) PIANO INDUSTRIALE e AGRICOLO, SOCIETA’ PARTECIPATE, LAVORO, RIFIUTI
Lavoro green, equo, pulito e giusto, Green Deal, riconversione aree e attività industriali di Porto Marghera, lavoro femminile e giovanile, nuovi lavori e il paradigma dell’occupazione. Contrasto al caporalato. Recupero/riuso/ristrutturazione del patrimonio immobiliare esistente con incentivi regionali, efficientamento energetico delle abitazioni e risparmio energetico, tassazione maggiorata per nuove edificazioni in particolare per quelle su suolo non ancora consumato (sovra tassa regionale sulle nuove edificazioni per impedire il consumo di suolo), esposizione dei lavoratori agli inquinanti, ciclo chiuso dell’acqua nelle fabbriche, Zero Rifiuti e Veneto Plastic Free, Salario Minimo, ricerca nel settore primario, incentivi all’agricoltura biologica e ai bio distretti, stop allevamenti intensivi, nascita delle ” aziende speciali ” per l’acqua per garantire che le aziende pubbliche non vengano in futuro privatizzate, uniformare e ottimizzare il lavoro delle società partecipate (in particolare per il TPL e per la gestione del servizio idrico integrato e per i rifiuti) attraverso migliore digitalizzazione e coordinamento, semplificazione delle partite IVA (no tasse sotto i 12.00 euro).
6) SANITA’, SALUTE E BENESSERE, DIRITTI ANIMALI
Investire nella Sanità pubblica, sui servizi territoriali, riorganizzazione dell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, PFAS e altri agenti inquinanti, formazione e comunicazione efficace per prevenire nuove ondate del covid-19 e prevenire nuove pandemie, investire fortemente nella prevenzione come forma di risparmio del sistema sanitario regionale, gestione degli allevamenti (particolato secondario), limitazione delle polveri sottili (stufe a legna, caldaie ed inquinamento stradale)
7) CULTURA, FORMAZIONE, UNIVERSITA’
Sono settori che la Pandemia ha colpito in maniera determinante e rispetto ai quali scontiamo un deficit, per non dire assenza, di iniziativa politica e di investimenti mirati che difficilmente si potranno colmare con il governo regionale vigente e molte delle amministrazioni locali in mano alle destre. Sfidare sul terreno della cultura politica la riduzione dei beni culturali, paesaggistici, storici a “merce” da sfruttare, accelerandone il degrado, è il nostro primo obiettivo. Tessere alleanze con il mondo della formazione, studenti, docenti, operatori culturali, associazioni e imprese, diventa un passaggio indispensabile. Vanno implementati processi per una Digitalizzazione sostenibile, strumento necessario per una società aperta e partecipata. Il General Data Protection Regulation (GDPR) della UE rappresenta un passo significativo, non si può lasciare ad alcune multinazionali il controllo degli strumenti informatici e dei dati, si deve quindi sempre più promuovere il controllo degli stessi, avendo bene in mente che uno strumento importante per il raggiungimento dell’obiettivo è anche l’uso di software
open source.
8) TURISMO
L’industria turistica è la prima per fatturato in Italia, il Veneto è la prima regione italiana per turismo, la città capoluogo Venezia rischia, anche dopo la pandemia, di essere l’emblema dell’insostenibilità turistica, così l’ecosistema lagunare preso d’attacco da decenni di scelte devastanti, come il canale dei petroli, il MOSE, il gigantismo crocieristico. E’ necessario incentivare il turismo lento e tutte le infrastrutture e servizi che possono favorirlo, collaborare con tutti gli operatori, categorie economiche e associazioni che promuovono un turismo diffuso e sostenibile, legato all’arte e alla scoperta dei territori naturali, parchi e borghi, uscendo dalle grandi attrazioni e dal “turismo luna-park”, a favore della tutela e valorizzazione dei beni paesaggistici, culturali, naturali; sviluppo dei tavoli di marketing territoriale e delle OGD organizzazione della gestione delle destinazione turistica, sviluppo del turismo valorizzando la cultura locale e i prodotti agricoli e artigianali Non più un turismo di massa “Venezia-centrico”, ma diffuso e sostenibile, cicloturismo, alla riscoperta delle tante bellezze, tradizioni e ricchezze che la nostra regione offre.
9) DIRITTI CIVILI E SOCIALI, LIBERTA’ PERSONALI.
- Riconoscimento dei diritti delle persone LGBT+ con un approccio inclusivo, scientifico e coerente con quanto espresso nella Carta dei Verdi globali e dei vari trattati internazionali sottoscritti dal nostro Paese. Un percorso interno al passo coi tempi sulle libertà civili.
- Analisi per un nuovo welfare con focus specifici su: disabilità e non autosufficienza. Creazione di specifiche competenze su accoglienza e dialogo interculturale, interreligioso, nuove povertà, immigrazione e integrazione.
10) GIOVANI GENERAZIONI
Politiche a favore delle nuove generazioni per occupazione, alloggi, nuove famiglie, sostegno alle nascite, rendere attrattive le periferie e le terre alte, bloccare la fuoriuscita dei giovani soprattutto laureati verso altre regioni e verso stati esteri, Servizio Civile Ambientale retribuito per tutti i e le giovani.
11) DONNE DEL VENETO
La sfida strategica della conversione ecologica e della giustizia sociale ed economica passa attraverso il pieno coinvolgimento delle donne, protagoniste dei mutamenti culturali e sociali più rilevanti, in prima fila nei conflitti ambientali, sempre più istruite, competenti e impegnate nella tutela e cura del vivente. Le donne sono state penalizzate nella ripresa e anche durante il periodo di isolamento, il lavoro di cura, di supplenza dei servizi pubblici non garantiti, dalla prima infanzia, all’età scolare, all’assisistenza persone anziane, malate, con disabilità, ecc. per oltre l’80% è stato a loro carico, senza alcun riconoscimento preciso. La nostra regione soffre di un invecchiamento della popolazione tra i più forti del mondo, con oltre 200.000 persone non autosufficienti e di una denatalità strutturale, che nemmeno la presenza del 10% di residenti stranieri/e riesce a compensare. La persona, nell’arco di tutta la sua esistenza, deve essere al centro dell’azione e dell’intervento assistenziale, attraverso una rete di servizi e interventi che ne favorisca autonomia e vita relazionale. Il punto di vista delle donne deve pesare sulle forme organizzative istituzionali, sui tempi, sui luoghi, sui servizi, sulle scelte strategiche, sui servizi sanitari, sociosanitari, che devono essere ripensati e riorganizzati, specie dopo l’esperienza del Covid-19.
12) LEGALITA’
Il contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie.
13) NONVIOLENZA, PACE E DISARMO
Ricordando il monito di Alex Langer che ci diceva “Provate sempre a riparare il
mondo” la nostra azione politica deve muoversi avendo sempre presente l’obiettivo
della Pace, da raggiungersi attraverso percorsi di azione nonviolenta. In un Mondo
con gli equilibri sociali ed ambientali sempre più a rischio l’enormità delle spese
militari è uno scandalo. Europa Verde – Verdi del Veneto è consapevole che gli
armamenti sono fatti per essere usati e causare morti e distruzioni, per questo si
impegna a promuovere in tutte le sedi azioni concrete per il disarmo internazionale, a
partire dal bando per gli ordigni atomici.
ORGANIZZAZIONE DELLA FEDERAZIONE REGIONALE – Le Federazioni Provinciali hanno un ruolo fondamentale e vanno supportate attraverso risorse e formazione di qualità. Un’attenzione particolare va riservata alle e ai giovani (meno di 35 anni), che possono, anche a livello regionale, organizzarsi nella formazione giovanile statutariamente riconosciuta GEV (Giovani Europeisti Verdi), attraverso un’apposita assemblea, che nominerà gli organi previsti dal relativo regolamento. Potrebbe rappresentare un momento fondamentale di aggregazione e di laboratorio politico capace di stimolare dibattito e proposte e perfino di garantire il giusto ricambio di classe dirigente.
Dovremo impegnarci a seguire con più continuità ciò che si muove a livello europeo, come fonte di scambio di esperienze e ispirazione, a partire dall’adesione dei nostri eletti ed elette alla piattaforma creata da EGP per facilitare scambi e contatti. La disponibilità di Eleonora Evi, europarlamentare e coportavoce nazionale, in più occasioni dimostrata, di mettersi al servizio delle nostre battaglie, renderà ancora più forte il collegamento tra i vari livelli della nostra organizzazione e incisiva l’azione politica di Europa Verde.
Dobbiamo essere lo strumento per elaborare quei programmi e rilanciare iniziative sui territori. Sappiamo bene per cosa dobbiamo batterci, dobbiamo trovare insieme la forma e gli strumenti adatti. Questo significa essere una comunità politica, un organismo che respira perché collettivo, in cui ogni persona trova spazio e sostegno e strumenti di impegno più efficaci di quelli individuali.
Dobbiamo sviluppare ulteriormente la nostra presenza sui social e curare la promozione della nostra presenza su tutti gli altri media; curare in particolare la promozione della nostra presenza, delle nostre proposte e iniziative; promuovere periodicamente incontri pubblici di presentazione delle nostre specifiche proposte, ma anche incontri formativi rivolti in particolare a giovani, incontri che abbiano certo anche un contenuto locale ma che evidenzino la “visione verde”, il modo in cui il paradigma ecologista cambia l’idea stessa di società, di economia, di lavoro.
Luana Zanella, Enrico Bruttomesso