Fotovoltaico in rotonda ad Arzignano: Energia Rinnovabile locale e opportunità per una Comunità Energetica

Secondo il calcolo realizzato da Europa Verde Valchiampo, un potenziale impianto fotovoltaico realizzato nella rotonda di Arzignano, vicino alla zona industriale, di 4.600 pannelli fotovoltaici garantirebbe una produzione di 1,38 MV. Come dire: il fabbisogno di almeno 236 famiglie autosufficienti energeticamente. Un impianto che potrebbe significare la nascita di una Comunità Energetica.

“In Veneto vengono sempre proposti grandi impianti in pianura aperta, su terreni agricoli lontano dai centri abitati – spiega il co-portavoce regionale Enrico Bruttomesso che risiede nella vallata –. Ma in futuro questi centri di produzione energetica dovranno invece essere di medie dimensioni e collocati vicino alle città, possibilmente progettati nelle aree che l’espansione urbanistica ha tagliato fuori dai contesti e dall’uso agricolo. Aree che difficilmente potrebbero essere recuperate, se non dal solito cemento”.

“La grande rotonda di Arzignano nell’area industriale è un ottimo esempio: circa 18 mila mq di terreno circondato dalla grande infrastruttura viaria. Un tempo terreno agricolo ma oggi incolto. L’installazione di un impianto fotovoltaico – continua l’ambientalista -, privato o pubblico, potrebbe dare a questa area degradata una nuova destinazione utile alla transizione energetica ma anche alla comunità. La rotonda potrebbe rivelarsi un’area interessante per una Comunità Energetica della zona – spiega il portavoce regionale di Europa Verde –. Una comunità promossa dai cittadini o dall’amministrazione. Magari anche dagli imprenditori della zona industriale”

Ricordiamo che nelle normativa sulle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) i prosumer (i soci produttori e consumatori) possono essere indifferentemente cittadini, amministrazioni e imprese.

“Certo che parliamo di un’area privata – sottolinea Bruttomesso -, ma qualche anno fa abbiamo sentito dell’ipotesi di un progetto di Grande Distribuzione, un supermercato dentro la rotonda. Un progetto di cui non auspichiamo la realizzazione perché aggraverebbe solo la circolazione, la sicurezza viaria e la cementificazione, e di cui non abbiamo comunque bisogno, tanti ce ne sono in zona”.

Dopo la notizia di un impianto fotovoltaico su una ex-discarica da parte di Acque del Chiampo, il circolo di Europa Verde Valchiampo e il Co-portavoce regionale, ribadiscono la necessità di individuare aree adatte all’installazione di impianti fotovoltaici, su terreni abbandonati, anche attraverso la pianificazione urbanistica, contribuendo così alla transizione energetica a partire dai territori, meglio ancora se utili per far nascere Comunità Energetiche.

“Certo, un bosco sarebbe una soluzione migliore in quell’area, sia per mitigare il calore estivo che contribuire a migliorare la qualità dell’aria del polo produttivo – conclude l’ambientalista – ma dobbiamo considerare che un terreno come questo ha solo due possibili destinazioni: o rimane incolto o, nel caso ci sia un interesse economico, viene cementificato. Prima di consumare ancora suolo per l’ennesimo polo della grande distribuzione, destinarlo alla produzione di energia elettrica grazie al fotovoltaico, consentirebbe di mantenere sia la permeabilità del terreno che una parziale isola di biodiversità grazie al manto erboso, magari seminando un prato mellifero per le api.”

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