Stadio di Venezia, Zanella: esposto contro Decreto Piantedosi, si profila spreco di soldi pubblici

Roma, 6 lug. – “Abbiamo chiesto alla Corte dei Conti di valutare la legittimità, ed eventuali violazioni delle leggi sulla gestione delle risorse pubbliche, del Decreto 3 luglio 2023 del Ministro dell’Interno che assegna al comune di Venezia ben 93.581.321,26 euro per la realizzazione dello Stadio in Laguna”. Lo rende noto Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, firmataria dell’esposto. Zanella ricorda che:

“il PUI (Piano Urbano Integrato) della città metropolitana di Venezia prevede il progetto «Bosco dello Sport», per un costo complessivo di 283.500.000 euro: 93.581.321,26 dai fondi del Pnrr, 189.918.678,74 da quelli del Comune di Venezia. Tuttavia, il PUI, come il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), consente interventi ‘con l’obiettivo di trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili, limitando il consumo di suolo edificabile’. Ebbene, il luogo prescelto è un’area agricola adiacente all’aeroporto Marco Polo di Tessera, a est di Mestre e a ridosso della laguna, per niente degradata; lo stadio dovrebbe prevedere circa 20mila posti, destinato principalmente al calcio, quindi alla squadra del Venezia, ma pensato anche per il rugby, con un palazzetto dello sport per la squadra locale di basket, la Reyer, di proprietà di Luigi Brugnaro, attuale sindaco di Venezia e tra i promotori del progetto. Il fatto che l’area in questione non sia degradata ha indotto la Commissione europea ad escludere dal Pnrr i progetti per gli stadi previsti a Venezia e Firenze. Gli stessi criteri valgono anche per le opere del PUI: cioè obiettivi e condizioni per il finanziamento devono essere compatibili con il recupero del degrado urbano mentre il Decreto Piantedosi del 3 luglio 2023 vuole usare risorse del Fondo complementare fuori da questi criteri. Guarda caso proprio la stessa quantità di denaro che la Ue non ha voluto finanziare viene ora coperta con soldi pubblici provenienti dal Fondo complementare: siamo dunque dentro le stesse criticità, un raggiro che speriamo la Corte dei Conti non consentirà”, conclude Zanella.

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