“Con l’approvazione del nuovo PFV abbiamo colpito al cuore l’avifauna della nostra regione, ora con queste procedure burocratiche rischia di arrivare il colpo di grazia”.
Attraverso una delibera la Giunta regionale del Veneto ha stabilito le modalità per la sottrazione dei terreni alla attività venatoria. La procedura appare sempre più come un percorso ad ostacoli per i richiedenti, a spiegarlo è la Consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda: “E’ singolare come al momento della approvazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio l’assessore regionale Corazzari avesse salutato la nuova legge come un esempio di tutela di tutti i portatori di interesse. Peccato non sia proprio così, anzi molti cittadini si sentono presi in giro. Stabilire che un cittadino, per poter escludere la sua proprietà dalle incursioni dei cacciatori, dovrà munirsi di SPID e compilare il form reperibile sul sito di AVEPA, ma solo se già titolare di un fascicolo aziendale presso l’agenzia regionale; altrimenti, munito di relazione redatta da un tecnico nel caso la richiesta rientri in determinate fattispecie, dovrà rivolgersi di persona a un Centro Autorizzato di Assistenza Agricola è una complicazione inutile a danno dei Veneti.
Ho presentato una interrogazione scritta in Consiglio regionale, ma credo la Giunta sia in possesso degli strumenti idonei a stabilire il danno che si sta arrecando a chi ha atteso l’opportunità di sottrarsi alle scorrerie dei cacciatori per ben 15 anni. Dopo i mesi trascorsi a discutere in Commissione a Palazzo Ferro Fini questo PFV e le tante audizioni fatte, veramente la Giunta non ha saputo partorire di meglio? O ci troviamo semplicemente di fronte ad un atto politico che conferma ancora una volta come per questa Giunta vi siano cittadini di serie A e B?”.
Conclude Guarda: “Prendiamo atto della decisione da parte di questa compagine governativa così composita, dal Pd alla Lega, di non impugnare questo PFV, tuttavia le complicazioni burocratiche introdotte dalla Regione, e che si innestano in un piano già fortemente problematico specie per la limitazione all’1% dei fondi sottraibili, appaiono come un atto ostile verso chi legittimamente intende tutelare la sua proprietà”.