Venezia, 3 giugno 2025
“La strategia degli sconti sulla Superstrada Pedemontana Veneta si è rivelata un clamoroso fallimento. Dopo un anno di funzionamento dell’intera infrastruttura e due mesi di scontistica del 60% per i veicoli leggeri, i dati di aprile 2025 certificano il disastro economico dell’operazione: il buco di bilancio previsto per il 2025 si allarga da 51,8 a 64,4 milioni di euro, richiedendo una variazione di bilancio da 12,5 milioni.
Gli sconti di Zaia sulla Pedemontana sono come i saldi di fine stagione: promettono miracoli ma vendono aria fritta”, dichiara Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde. “L’8% di aumento del traffico per coprire un buco da 51,8 milioni è come usare un cerotto per riparare una diga”.
I NUMERI DEL FALLIMENTO
L’operazione di scontistica del 60% per i veicoli leggeri di classe A, avviata il 10 marzo 2025 per massimo due percorsi giornalieri fino a 25 chilometri, guardando al mese di aprile ha prodotto risultati deludenti:
Incremento traffico veicoli leggeri: solo 8,5%
Incremento traffico complessivo: 8,77%
Maggiori incassi: appena 700.000 euro (+6,33%)
Per coprire il buco servivano almeno 4,3 milioni di euro in più al mese
IL BUCO SI ALLARGA: SCENARIO 2025-2027
Le proiezioni basate sui dati di aprile 2025 disegnano uno scenario drammatico:
2025: Il buco previsto a bilancio di 51,8 milioni salirà a 64,4 milioni (+12,5 milioni) 2026: Da 45,7 milioni previsti si arriverà a 71 milioni (+25,4 milioni) 2027: Da 40,3 milioni previsti si raggiungeranno 80,9 milioni (+40,6 milioni)
“Zaia ha trasformato la Pedemontana nel buco nero del Veneto: 6,2 miliardi in 39 anni che spariscono più velocemente della credibilità politica”, incalza Zanoni.
6,2 MILIARDI IN 39 ANNI: UN REGALO AVVELENATO
Assumendo i dati relativi al mese di aprile quale unità di misura per stabilire le previsioni per i prossimi mesi, quindi, con entrate da pedaggio di 11,6 milioni al mese (139 milioni annui) e uscite per canoni in media di 300 milioni l’anno, la perdita media annua sarà di 160 milioni di euro. Nell’arco dei 39 anni di concessione, questo genererà una perdita complessiva di 6,2 miliardi di euro.
“Zaia lascerà ai suoi successori il regalo di Natale più costoso della storia del Veneto: 6,2 miliardi di debiti. Un conto più in rosso dell’abito di babbo Natale”, commenta sarcasticamente il consigliere.
GLI EFFETTI SUI SERVIZI: 222 COMUNI A BOCCA ASCIUTTA
Le conseguenze del buco della Pedemontana si fanno già sentire sui servizi ai cittadini. Nell’ultimo bando biennale per la sicurezza stradale (DGRV 301/2022):
309 progetti presentati dai comuni
301 progetti finanziabili
Solo 79 progetti finanziati (26% del totale)
222 comuni rimasti senza fondi (74% del totale)
Oltre 3,5 milioni di veneti senza piste ciclabili, rotonde e marciapiedi sicuri
“Per trovare i 12,5 milioni mancanti dove ricadranno i tagli di Zaia? Sulle infrastrutture o sui servizi ai veneti?”, si chiede Zanoni.
SCARICABARILE FALLITO, CONVENZIONE CAPESTRO DA RINEGOZIARE
Dopo aver tentato inutilmente di scaricare la SPV sullo Stato e aver fallito con la scontistica, a Zaia resta solo una strada: rinegoziare la convenzione del 7 marzo 2017 con la SIS, definita “capestro” per i vantaggi spudorati concessi al privato.
Il Presidente non ha ancora provveduto a farsi restituire i 20 milioni di euro di IVA indebitamente versati alla SIS e non ha mai applicato le sanzioni di 25.000 euro al mese previsti per i ritardi nella consegna dei lavori.
“Prima ha tentato di scaricare tutto sullo Stato, poi è ricorso agli sconti farlocchi. Ora che le scuse sono finite, Zaia dovrà affrontare la realtà: ha fatto il peggior affare della storia del Veneto”.
L’IMPEGNO DI EUROPA VERDE
Europa Verde continuerà il monitoraggio costante dei dati di traffico e pedaggi attraverso accessi agli atti, garantendo trasparenza contro la “narrazione inverosimile” della Regione. Particolare attenzione sarà posta sulla prossima variazione di bilancio per recuperare i 12,5 milioni mancanti.
Precisa ulteriormente il Consigliere regionale Renzo Masolo (Europa Verde): “La SPV passerà alla storia anche per l’enorme consumo di suolo causato e per i livelli di emissione di CO2. Questo progetto segna il fallimento politico e gestionale di una Regione governata con estrema disinvoltura, massicciamente piegata alle 4 ruote e incapace di gestire un sistema di trasporti all’altezza dei bisogni dei cittadini veneti.”
“In una qualsiasi azienda, un amministratore delegato che avesse prodotto un disastro simile sarebbe stato licenziato”, conclude Zanoni. “I veneti a novembre 2025 terranno conto di questo fallimento o crederanno alle solite favole della propaganda del centrodestra?”